Borsa Milano +1,93% e calmieramento Btp dopo avvio governo Meloni

Ma giovedì fari su Bce, tassi e sviluppi su banche e rinnovi bond

OTT 24, 2022 -

Roma, 24 ott. (askanews) – Partenza morbida sui mercati per il governo guidato da Giorgia Meloni. Alla prima sessione di scambi dopo il varo del nuovo esecutivo, avvenuto nel fine settimana, la Borsa di Milano ha chiuso mettendo a segno il maggior rialzo tra le piazze europee, con un più 1,93% dell’indice Ftse-Mib, in un quadro di rialzi generalizzati nel Vecchio Continente. Parallelamente si sono verificati netti calmieramenti sui titoli di Stato, evidenziati in attenuazioni dei rendimenti che, anche in questo caso, sono state generalizzate in tutta l’area euro ma più marcate sulla Penisola. I Btp a 10 anni hanno chiuso con tassi retributivi in calo di circa 16 punti base al 4,59%, secondo Mts. Mentre lo spread, il differenziale rispetto ai tassi dei Bund tedeschi equivalenti (scesi a loro volta al 2,34%) si è limato a 225 punti base. Sempre oggi il ritiro degli altri possibili contendenti tra i conservatori ha sancito che il nuovo premier della gran Bretagna sarà l’ex ministro delle Finanze, Rishi Sunak. La Borsa di Londra ha chiuso in rialzo dello 0,64%, mentre i tassi sui Gilt a 10 anni si sono unicamente limati, di circa 2 punti base al 3,71%. Come si è visto nelle ultime settimane e mesi (specialmente in Gb) la volatilità e le incognite posso essere dietro l’angolo sui mercati. Questa settimana uno degli appuntamenti più attesi è il Consiglio direttivo della Bce, che si concluderà giovedì a metà giornata con le decisioni su tassi di interesse e di politica monetaria. E qui potrebbero materializzarsi sviluppi rilevanti anche per la Penisola. Diversi analisti si attendono un nuovo aumento dei tassi di interesse da 75 punti base, sempre contro l’alta inflazione. Ma il direttorio potrebbe anche esaminare le condizioni che alcuni ritengono eccessivamente favorevoli dei Tltro, i finanziamenti ultra agevolati di lungo termine che la ha elargito per anni alle banche. Inoltre i banchieri centrali dell’eurozona potrebbero anche riesaminare i piani di rinnovo degli stock di titoli accumulati con i programmi di allentamento quantitativo degli anni scorsi, in particolare il piano App. Qualunque sviluppo su questo versante avrebbe ricadute anche sui titoli di Stato italiani. Intanto un altro elemento rassicurante è nei nuovi forti ribassi dei prezzi all’ingrosso del gas sul mercato di Amsterdam. I futures in prima scadenza (Ttf di novembre) hanno registrato cali di oltre il 15% a tarda seduta, a quota 96,50 euro per MWh, sui minimi da metà giugno. Questo particolare (e controverso) mercato aveva segnato un picco a oltre 350 dollari in piena estate. Domani si terrà un nuovo Consiglio europeo dei ministri dell’Energia che dovrebbe anche finalizzare un meccanismo di controllo dei prezzi del Ttf.