Vino Roma, 14 feb. (askanews) – Il settore vino è in allarme, in attesa del voto finale del Parlamento Europeo sul Cancer Plan proposto dalla Commissione Ue. Nella relazione della commissione speciale contro il cancro (Beca) dell’Europarlamento, che sarà votata dalla plenaria di Strasburgo, ci sono infatti alcune misure che potrebbero penalizzare enormemente il mondo del vino, come allarmi salutistici in etichetta (simili a quelli già adottati per le sigarette), l’ipotesi di un aumento della tassazione e quello di una riformulazione, se non esclusione, dalle politiche promozionali dell’Unione Europea. Gli europarlamentarei Herbert Dorfmann e Paolo De Castro sono i primi firmatari di quattro emendamenti che chiedono innanzitutto una differenziazione tra uso e abuso di alcol, sottolineando che “il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche, in combinazione con diete e stili di vita sani quali la dieta mediterranea, può avere effetti positivi in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari”. Ancora, la revisione del concetto di “no-safe level” (nessun livello sicuro di consumo) per il vino. Ancora, per “evitare di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica”, i firmatari chiedono “l’eliminazione della richiesta paradossale di avere sulle bottiglie di vino avvertenze sanitarie come sui pacchetti di sigarette”. Secondo Uiv, l’Unione italiana vini, senza gli emendamenti al testo il vino italiano si troverebbe ad affrontare un effetto tsunami nel medio-lungo termine solo in parte calcolabile. La contrazione dei consumi stimata è attorno al 25/30% ma ancora maggiore sarebbe quella del fatturato del settore, che calerebbe del 35% per un equivalente di quasi 5 miliardi di euro l’anno. Senza considerare i danni agli asset investiti, dalle cantine ai vigneti alle stesse aziende, che si svaluteranno di pari passo e i danni all’indotto. Ma il gioco a perdere si rifletterebbe molto anche sui consumatori, costretti a pagare di più a fronte di una minore qualità. “E’ del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino”, commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia ha scritto per difendere il vino italiano al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici. Insomma, tra ipotesi di bollini neri ventilate nell’ambito del Nutriscore e Cancer Plan il mondo del vino italiano non dorme sonni tranquilli: pochi giorni fa Michela Pallini, presidente di Federvini, aveva lanciato un allarme. “Il piano europeo di lotta contro il cancro prima, il documento dell’OMS sulla lotta all’alcol e infine il bollino nero nel Nutriscore sono il chiaro il tentativo di attacco concentrico nei confronti di quei prodotti e di quei Paesi che guarda caso da sempre sono stati portabandiera di uno stile di vita corretto, alimentazione bilanciata, cultura del bere e bellezza associata ai propri territori. Il tutto con una base scientifica approssimativa e grossolana, che non fa le necessarie distinzioni. I prossimi mesi saranno cruciali: difendiamo i nostri settori, le nostre abitudini, la nostra socialità ma soprattutto difendiamo il buon senso”. La fotografia del mondo del vino italiano, un settore strategico del Made in Italy agroalimentare con 12 miliardi di euro di fatturato, arriva da Coldiretti: il settore offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone dalla vigna alla tavola. Le bottiglie Made in Italy sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno.
##Domani Parlamento Ue vota Cancer Plan, settore vino in allarme
4 emendamenti da De Castro e Dorfmann, si rischia effetto tsunami
