Arzignano, 25 gen. (askanews) â Una nativitĂ che porta lâimpronta del sangue e, pochi metri piĂš in lĂ , un telo che riporta e riflette i 99 nomi di Dio. La mostra di Stefano Mario Zatti negli spazi della galleria Atipografia ad Arzignano nel Vicentino è unâesperienza intensa, a tratti sorprendente, che ruota intorno alla scrittura, al suo potere creativo, ma anche alla sua natura di atto concreto e stupefacente. Lâesposizione âLa forma delle paroleâ è curata da Matilde Nuzzo, insieme a Robert Phillips. âLa mostra â ci ha spiegato il co-curatore â è alla ricerca del sacro, alla ricerca di unâidentitĂ . E su questa identitĂ vuole costruire unâidea sacrale del proprio essere e dei propri similiâ. Il mondo che si incontra nella mostra somiglia a una enciclopedia personale di Zatti, che viene però declinata attraverso lâuniversale, attraverso la forza delle parole che danno un nome alle cose, alle persone, alle situazioni della vita. E che mostrano, accanto a un enorme apparato filosofico ed emotivo, anche la perizia manuale del lavoro dellâartista. In dialogo coerente, come ci ha spiegato la direttrice della galleria, Elena Dal Molin, con la storia del luogo che lo ospita. âAtipografia â ci ha detto â ha riaperto a maggio 2022, ma è nata come associazione culturale nel 2014. Abbiamo fatto un importante restauro durato due anni con lo Studio AMA, cercando di dare una riqualificazione allo spazio nel pieno rispetto della sua storia. Era una vecchia tipografia della fine dellâOttocento e oggi invece è una vera e propria galleria dâarte con la sua scuderia di artistiâ. Come in un racconto di Borges il visitatore sente fisicamente quanto la scrittura sia alla base di tutto: strumento privilegiato anche per permetterci di âvedereâ piĂš in profonditĂ . âĂ proprio la scrittura che codifica il sacro. Ciò che sta facendo Stefano Zatti qui â ha concluso Phillips â è cercare la propria appartenenza allâessere umano. Questa ricerca passa per lâatto sacrale di codificarla attraverso delle paroleâ. La sensazione, quando si esce dalla galleria, è quella di avere fatto unâesperienza nuova sui confini della rappresentazione artistica, come se si fosse scalata quella sorta di Torre di Babele che in fondo è solo un rotolo con scritti tutti i nomi del mondo. E quindi, tutto il mondo. (Leonardo Merlini)
Vedere con la parola: Stefano Mario Zatti da Atipografia
Ad Arzignano una mostra sul potere creatore della scrittura
