Crea: chi mangia in modo sano spreca meno cibo

C'è un nesso tra la sostenibilità alimentare e quella ambientale

FEB 3, 2023 -

Roma, 3 feb. (askanews) – Come mangia chi spreca di meno? C’è un nesso tra la cultura della sostenibilità alimentare e quella ambientale? In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio, a queste domande ha provato a rispondere il progetto FAO WASTE, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ideato e coordinato dall’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari (OERSA) del Crea Alimenti e Nutrizione, con un’indagine-studio sul rapporto tra gli indicatori AIDGI (Adherence to Italian Dietary Guidelines Index, un indice che misura quanto vengono seguite le raccomandazioni nutrizionali) e HFWBs (Household Food Waste Behaviours, un indice che misura quanto i comportamenti dei consumatori sono attenti alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare). In un quadro globale in cui lo spreco alimentare è pari al 17% della produzione e riguarda soprattutto il livello familiare (61%), mentre le abitudini dietetiche del consumatore convergono ancora verso un consumo eccessivo di prodotti con elevato impatto ambientale, un approfondimento su questi temi – osserva il Crea – può essere propedeutico al perseguimento degli obiettivi (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, prevenire e ridurre lo spreco alimentare domestico, insieme all’adozione di consumi sani, può contribuire al perseguimento dell’obiettivo (SGD) 12, che mira alla diffusione di una dieta sostenibile e responsabile. Dai risultati dello studio, condotto dalle ricercatrici del Crea, Laura Rossi e Federica Grant, su un campione di 2869 maggiorenni in leggera maggioranza femminile (52%), è emerso che circa il 30% degli italiani mostra una scarsa adesione alle raccomandazioni nutrizionali, il 21,5% medio-bassa, il 25,5% bassa e il 24% elevata. Tra i sottogruppi di popolazione, una bassa aderenza è stata riscontrata tra gli uomini (34,4), i giovani (40%) e chi vive in famiglie numerose (42,3%), mentre un’alta aderenza tra le donne (29,6%), i più anziani (34,9%) e chi vive in famiglie con due componenti (29,3%). Una successiva analisi più approfondita ha stabilito che esiste un rapporto direttamente proporzionale tra un’elevata conformità alle raccomandazioni (alto AIDGI) e una positiva propensione dei consumatori ad attuare comportamenti che mirano ad una riduzione dello spreco alimentare (alto HFWB). In particolare, circa il 35-40% del campione con maggiore adesione alle raccomandazioni sembra avere anche elevate abilità nel programmare la spesa e l’utilizzo del cibo, nel valutare bene le quantità da cucinare, nell’evitare acquisti di impulso e nel riciclare gli avanzi, prolungando la shelf-life di un prodotto mediante una cucina creativa. Al contrario, chi ha dimostrato di seguire poco o nulla le raccomandazioni sembra non aver ricevuto alcun tipo di educazione a prevenire lo spreco alimentare. “Dai dati risulta evidente – dichiara la coordinatrice del progetto Laura Rossi, dirigente di ricerca del Crea Alimenti e Nutrizione – che chi ha a cuore la sostenibilità alimentare e le raccomandazioni nutrizionali è attento anche a quella ambientale e sociale, ma, nel prossimo futuro, è necessario identificare i sottogruppi di popolazione con minore attenzione a questi temi e pensare a campagne di sensibilizzazione tarate ad hoc su di loro per accrescere il tasso di adesione a stili di vita più sani e aumentare la consapevolezza in termini generali di sostenibilità”.