Milano, 11 gen. (askanews) – L’Irlanda potrà apporre sulle etichette degli alcolici avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato”, “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” e sul rischio del consumo in gravidanza, sul modello di quelli che oggi si trovano sui pacchetti di sigarette. Nel giugno scorso l’Irlanda aveva notificato la norma sui cosiddetti “health warning” per vino, birra e liquori alla Commissione europea e ora, finito il periodo di moratoria senza riscontrare opposizioni dall’organo esecutivo europeo, è arrivato il via libera. Il dibattito su questo genere di “alert” era iniziato nel 2021 quando la Commissione europea aveva discusso di introdurre nelle etichette delle bottiglie di alcolici delle avvertenze per la salute nell’ambito del cosiddetto “Cancer plan”, oltre agli ingredienti dettagliati. Il 16 febbraio dell’anno scorso, il Parlamento europeo aveva detto sì solo all’obbligo di introdurre i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti (tema per altro in discussione da anni), e non alle indicazioni “a tutela della salute”, sostituite da una più generica raccomandazione ad un uso responsabile. Contro gli “health warning” si erano apertamente schierati nove Paesi europei, tra i quali l’Italia, che avevano salutato la bocciatura come un successo nella difesa dei propri prodotti e relativi mercati. Ora la preoccupazione è quella che l’esempio di Dublino possa spingere altri Stati ad adottare etichette simili, prima che si giunga ad iniziative comuni in ambito comunitario. Il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha affermato che “il via libera rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro” e che “il mancato intervento della Commissione europea mette a repentaglio il principio di libera circolazione delle merci in ambito comunitario e segna un precedente estremamente pericoloso in tema di etichettatura di messaggi allarmistici sul consumo di vino”. “Temiamo che la Direzione generale per la Salute voglia adottare nei prossimi mesi questo approccio a livello europeo lasciando nel frattempo libera iniziativa ai singoli Paesi membri, al fine di sdoganare sistemi adottati senza un previo dibattito pubblico a livello europeo” ha proseguito Frescobaldi, concludendo “i fatti di oggi segnano uno scenario paradossale e ingovernabile, fatto di una babele di etichette all’interno dell’Unione europea che purtroppo non risolvono il problema dell’alcolismo, che dovrebbe essere basato su un approccio responsabile nei consumi di prodotti molto diversi tra loro”. Coldiretti parla invece di “attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più della metà all’estero”. Sono “avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità”. “E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol” precisa il presidente Ettore Prandini, sottolineando che “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.
Alcolici come sigarette: ok Ue a Irlanda per alert sanitari in etichetta
Uiv: pericolosa fuga in avanti. Coldiretti: è un attacco all'Italia