Roma, Mattia (Pd): lo statuto del circolo Aniene è vergognoso

Discriminazioni inaccettabili

FEB 3, 2022 -

Roma Roma, 3 feb. (askanews) – “Quanto emerso dalla stampa relativamente alle evidenti e inaccettabili discriminazioni di genere contenute nello statuto del Circolo Canottieri Aniene lascia sgomenti. Questo tipo di dinamiche, però, sono una costante anche al di fuori dei circoli elitari della capitale, con bambine, ragazze e donne costantemente ai margini di un mondo dello sport che continua ad essere governato e osservato con canoni tutti al maschile. Anche per questo in Regione Lazio stiamo lavorando serratamente alla proposta di legge 298/2021 – di cui sono stata promotrice – in materia di pari opportunità nello sport: con strumenti concreti cambiamo i canoni e lo sguardo per una società in cui le bambine crescano libere di saltare, sporcarsi e competere alla pari con gli uomini” dichiara in una nota Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione Pari opportunità del Consiglio Regionale del Lazio Secondo lo Statuto del Circolo Aniene, reperibile online, le donne sono escluse dalla categoria Associati e Soci effettivi – privilegio riconosciuto esplicitamente alle sole persone di sesso maschile che hanno compiuto 18 anni – e di conseguenza dal pieno godimento di tutti i diritti sociali e in particolari quelli di voto. Solo per meriti sportivi si trova un’apertura ad ambo i sessi, ma anche in questo caso esclusivamente gli uomini possono acquisire i diritti dei soci effettivi. “Non stupisce – continua Mattia – che anche in questo caso solo l’eccezionalità apra una porta alla presenza delle donne che qualora abbiano eccelso per meriti sportivi possono essere nominate socie onorarie del Circolo, ma i numeri parlano chiaro: sono solo cinque in tutto. Non ci sono giustificazioni per uno Statuto che, sì, nasce nel 1892, ma è stato più volte modificato, non da ultimo nel 2019. Inoltre, le parole del numero uno del Coni – Massimo Fabbricini – sono eloquenti: se per conservare la storia e la tradizione del circolo è necessario escludere le donne, significa – conclude – che quella storia e quella tradizione non sono al passo con il presente, oltre che espere inadeguate ad accogliere le sfide del futuro. Ed è compito anche delle Istituzioni sollevarne la problematicità”.