“Epocal summit”, una roadmap per la sanità del futuro

L'appuntamento promosso da GE Healthcare con sostegno FASI e ANIA

NOV 9, 2021 -

Sanità Roma, 9 nov. (askanews) – Ripartire dalla situazione di emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19, che ha messo a dura prova l’intero ‘sistema Paese’, per ridisegnare la sanità del futuro, in un momento storico in cui i fondi del PNRR rappresentano un’opportunità unica per l’innovazione e la trasformazione del settore, ponendo al centro del dibattito pubblico le principali sfide legate alla Salute e alla Sanità per il Paese. È questo l’obiettivo della seconda edizione di Epocal Summit, promosso da GE Healthcare con il supporto di FASI e ANIA e PwC come knowledge partner, organizzato in collaborazione con l’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e patrocinato dal Ministero della Salute. L’evento, dopo l’edizione virtuale del 2020, ha riunito intorno ad un tavolo rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali ed europee e stakeholder del settore della Sanità e dell’innovazione tecnologica, per contribuire alla definizione di un nuovo percorso e alla costruzione di un diverso paradigma per la sanità italiana. ‘La sfida di Epocal è tracciare una roadmap per accompagnare i cambiamenti, proponendo soluzioni concrete e cogliendo le opportunità derivanti dagli interventi politico-istituzionali, come il Next GenerationEU, che rappresentano una leva fondamentale per investimenti mirati in Ricerca e Sviluppo di nuove tecnologie intelligenti al servizio della Sanità globale’, ha commentato Massimo Barberio, Government Affairs, Policy &Health Economics Director di GE Healthcare. Maria Bianca Farina, Presidente di ANIA, ha evidenziato che ‘pubblico e privato insieme sono la risposta più adeguata di fronte a bisogni sanitari in rapida evoluzione, una risposta in grado di fornire protezione efficace ai cittadini, garantendo la sostenibilità del sistema. Indicazioni in tal senso sono venute anche dal vertice del G20, dove i leader hanno dichiarato la necessità di un maggior coinvolgimento del settore privato per sostenere la ripresa e lo sviluppo’. ‘La crisi pandemica ha avuto un forte impatto sulla rapidità di adozione di soluzioni di telemedicina o medicina a distanza. Il FASI da tempo ha avviato un percorso di cambiamento focalizzato sulla garanzia di sostenibilità di lungo periodo aumentando l’efficienza del modello gestionale complessivo, accrescendo l’appeal nei confronti di assistiti, imprese e strutture sanitarie, rivedendo le regole di assistibilità in relazione a più appropriati percorsi di cura e alle recenti dinamiche della spesa sanitaria’, ha sostenuto Caterina Miscia, Direttore Generale FASI. ‘La pandemia ha messo a dura prova la resilienza dei sistemi sanitari – ha evidenziato Andrea Fortuna, Partner PwC Italia, Health, Pharma & Life Sciences – ma ha riportato la salute in cima alle nostre priorità e al centro dell’agenda politica. La crisi causata dal COVID-19 ha accelerato l’adozione di soluzioni digitali e l’innovazione in campo sanitario, frutto della collaborazione dei diversi attori pubblici e privati dell’ecosistema della salute, e dà l’opportunità di attuare un ambizioso programma di riforme per i sistemi sanitari europei, anche grazie ai fondi del PNRR’. Il punto di partenza delle riflessioni affidate ai diversi panel di Epocal è il seguente: la rapida diffusione del virus, richiedendo una grande capacità di adattamento e di risposta all’emergenza e garanzia di continuità dell’attività ordinaria, ha messo in luce le debolezze del nostro sistema sanitario ma ha anche accelerato l’individuazione e l’applicazione di soluzioni innovative e digitali, ha contributo al rafforzamento della collaborazione tra i vari stakeholder e ha determinato un maggiore ricorso all’e-health e alla telemedicina per garantire un’assistenza efficace e continuativa al paziente. Ha, inoltre, accentuato il ruolo cruciale dei big data per migliorare i processi e le prestazioni del servizio sanitario. Per ridisegnare la sanità del futuro si deve quindi partire da qui, ma è necessario adottare un approccio strutturato e sistemico per ripensare i modelli organizzativi, garantire un coordinamento nelle politiche di investimento per l’innovazione, assicurare la disponibilità di dati tempestivi e certi per una corretta programmazione e gestione degli interventi necessari. Hanno aperto la giornata di lavori, moderata dai giornalisti Andrea Pancani e Manuela Moreno, Carlo Corazza, Responsabile Ufficio in Italia del Parlamento Europeo, Massimo Barberio, Government Affairs, Policy & Health Economics Director di GE Healthcare, Maria Bianca Farina, Presidente ANIA, Caterina Miscia, Direttore Generale FASI, Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo, e Andrea Costa, Sottosegretario al Ministero della Salute. Ai successivi panel hanno preso parte esponenti del mondo istituzionale, accademico, sanitario, Sandra Zampa, Consigliera del Ministro Speranza e Responsabile Salute del PD, Andrea Fortuna, Partner PwC Italia, Health, Pharma & Life Sciences, Alessandra Moretti, Eurodeputata in Commissione ENVI, Elisa Pintus, Vice Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione, Gabriele Ciasullo, Responsabile Servizio Banche Dati e Open Data di AgID, Mattia Fantinati, Deputato e Presidente Associazione IGF Italia, Annamaria Parente, Presidente Commissione Igiene e Sanità al Senato, e Angela Adduce, Dirigente Generale Ragioneria Generale dello Stato al MEF. Una delle chiavi di volta per il SSN del futuro, è emerso durante il dibattito, è senza dubbio l’innovazione, in materia di prevenzione, diagnosi, assistenza dei pazienti – anche a distanza-, gestione dei processi organizzativi e decisionali: Intelligenza Artificiale, big data analysis, IoT e Machine learning, applicate in campo sanitario, rappresentano infatti una grande opportunità per rendere la sanità più efficiente, accessibile, personalizzata, più vicina alle esigenze del paziente e più flessibile rispetto alla gestione di eventi ordinari e straordinari. Ma le tecnologie, da sole, non possono guidare il cambiamento: è necessaria una strategia che preveda il coinvolgimento dell’intero ecosistema della Salute, con nuovi modelli di collaborazione nell’interesse del paziente. La crisi sanitaria globale ha messo in luce il ruolo determinante dell’innovazione nel creare una sanità aperta, basata sul valore, sulla qualità delle prestazioni e delle cure somministrate. Come è emerso nel primo panel, dedicato a Open Innovation e collaborazione pubblico privato, le partnership pubblico-private e altre forme di collaborazione tra i diversi stakeholder dell’ecosistema Salute consentono di accelerare la ricerca e l’accesso all’innovazione, condividere il rischio, giungere ad una visione della salute integrata, condivisa e paziente-centrica. Ciò che è avvenuto durante l’emergenza – sviluppo in tempi rapidi di nuovi vaccini, individuazione di trattamenti innovativi, condivisione di conoscenze a livello globale, riconversione di produzioni industriali – dimostra quali risultati e miglioramenti si potrebbero registrare in termini di efficienza del servizio sanitario, riduzione dei costi sociali, economici e sanitari e aumento della qualità delle prestazioni e delle cure. Il secondo panel, dedicato al valore strategico dei dati, ha evidenziato come, a fronte di un notevole aumento della quantità di dati prodotti e potenzialmente utili per migliorare la salute, anche grazie alla crescente diffusione in ambito sanitario di nuove tecnologie e app, ci sia una frammentazione delle informazioni che rende di fatto impossibile leggere i dati in maniera trasversale, a causa di servizi indipendenti fra loro, differenti formati, vincoli burocratici. L’interoperabilità tra sistemi informativi consentirebbe invece di aprire alla possibilità di scambiare dati in tempo reale fornendo un’assistenza sanitaria migliore ai cittadini e, nel contempo, facilitare l’analisi e l’interpretazione dei dati, abbattendo le barriere geografiche. Perché questo avvenga sono però necessarie infrastrutture evolute, in grado di garantire capacità elaborativa, rapidità di trasmissione, sicurezza e privacy delle informazioni, linguaggi comuni e ruoli e responsabilità definiti e condivisi. Il terzo panel, dedicato a Salute, welfare e nuovi modelli organizzativi integrati, ha approfondito come l’integrazione tra i 3 pilastri del SSN (sanità pubblica, privata e integrativa), l’equilibrio tra assistenza ospedaliera e territoriale e forme di collaborazione flessibili tra diversi player del settore, possano contribuire a garantire la sostenibilità del Sistema in termini di spesa, di servizio reso alla persona e di accesso alle cure. Un welfare innovativo, la riforma delle linee guida della assistenza domiciliare, il potenziamento della telemedicina consentiranno la rigenerazione del SSN in una reale ottica paziente-centrica. Inoltre, attraverso l’introduzione di tecnologie di ultima generazione, sarà possibile anche ottimizzare la gestione delle strutture sanitarie, portando ad una riduzione di costi e ad un innalzamento dei livelli di servizio, grazie ad investimenti di medio lungo termine che consentiranno innovazione dei processi principali e upskilling delle risorse. L’ultimo panel, infine, è stato dedicato alla necessità di investimenti nel mondo della Salute: l’invecchiamento della popolazione con multi-morbilità rappresenta infatti una delle principali sfide future per l’assistenza sanitaria. Diventa quindi indispensabile poter fornire diagnosi tempestive e garantire una più efficace gestione delle malattie, assicurando la sostenibilità dei sistemi sanitari, attraverso la costruzione di strategie di investimento per l’innovazione di medio-lungo periodo finalizzate a riprogettare la sanità del futuro verso modelli più inclusivi e integrati, tecnologici e focalizzati sul territorio.