Nel post Covid 82% italiani sceglie agroalimentare made in Italy

Rapporto Rome business school: 63% predilige una dieta sana

GIU 15, 2021 -

Enogastronomia Roma, 15 giu. (askanews) – Cresce l’interesse degli italiani verso una alimentazione sana e gli acquisti di prodotti agroalimentari made in Italy. A confermare i trend che erano già emersi chiaramente durante il primo anno di pandemia è una analisi sulle nuove tendenze del food and beverage in Italia elaborata da Rome Business School. Lo studio è a cura dal Prof. Valerio Mancini, direttore del Rome Business School Research Center, con la collaborazione di Anthony Conrad, studente del Master Specialized online in Agribusiness. La ricerca indica che l’emergenza epidemiologica ha cambiato in modo sostanziale i consumi alimentari degli italiani, che hanno riscoperto la cucina casalinga e la dieta mediterranea. Oggi il 20% degli italiani compra healthy foods and beverages più spesso rispetto a prima del lockdown; il 63% dichiara che il mantenimento di uno stile di vita sano è diventato più importante e il 38% mangia frutta e verdura fresche con maggiore frequenza rispetto a prima del lockdown. Nel paniere della spesa “sana” in Italia (in aumento di oltre il 30% rispetto alla media mondiale) l’innovazione è stata particolarmente sostenuta per i prodotti presentati come naturali (16,3% delle innovazioni contro il 15,0% mondiale), medicali (14,4% versus 8,7%) e vegetali (12,0% contro l’8,0% globale). Il 28% degli italiani compra poi più frequentemente prodotti food locali e artigianali rispetto a prima del lockdown, mentre il 25% dei consumatori premium si dichiara disponibile a pagare di più per prodotti autentici. Il 43% degli italiani, rivela l’analisi, cucina a casa con maggiore frequenza rispetto a prima del lockdown. Secondo lo sudio, il vero elemento che ha fatto la differenza nelle abitudini alimentari degli italiani è stata la ricerca da parte dei consumatori del prodotto 100% italiano: l’82% degli italiani con la crisi generata dalla pandemia vogliono portare in tavola prodotti Made in Italy per sostenere l’economia e il lavoro del territorio. “L’italianità è entrata ormai stabilmente nel carrello della spesa dei consumatori italiani: un prodotto su quattro acquistato in supermercati riporta sull’etichetta un riferimento alla sua origine nazionale, con un giro d’affari complessivo che è arrivato a superare i 7,1 miliardi di euro – spiega Mancini – in termini di quote, l’origine italiana dei prodotti accomuna il 25,2% della merce a scaffale, incidendo per il 24,4% sul fatturato del largo consumo”. Rispetto alle tendenze future, influenzate fortemente dagli effetti del Covid, l’analisi sottolinea che il forte invecchiamento della popolazione italiana e la quota crescente di persone sovrappeso (in Italia si vive in media 2,7 anni in meno a causa del sovrappeso e la spesa pro-capite per far fronte all’obesità è di 289 euro di tasse supplementari all’anno) determineranno un condizionamento delle diete legate alle esigenze di salute proprie della popolazione più anziana e l’attitudine verso cibi più sicuri e più salubri.