Assonidi: dimenticati da governo, 28 maggio manifestazione a Milano

Da mancata proroga cig a incertezze su ripresa dei nidi privati

MAG 20, 2020 -

Milano, 20 mag. (askanews) – Scientificamente dimenticati. I nidi privati sono sul piede di guerra. Oltre due mesi di chiusura (che in Lombardia salgono a tre), nessuna certezza sulla riapertura a settembre, i fondi per la cassa integrazione sufficienti solo fino ai primi di giugno. E’ uno scenario critico quello che si delinea per il comparto che lamenta di essere stato dimenticato dal governo. “Il comitato tecnico scientifico ha avuto il tempo di dimenticarsi di noi” ha detto ad askanews Paolo Uniti, direttore di Assonidi, l’associazione di Confcommercio dei nidi e delle scuole per l’infanzia privati. “Dal 15 giugno apre un divertimentificio per i bambini dai 3 anni” ha aggiunto riferendosi ai centri estivi mentre restano esclusi i bambini 0-3 anni e le attività ad essi collegate. Per questo il 28 maggio alle 11 Assonidi ha organizzato una manifestazione all’Arco della Pace a Milano. Una manifestazione che mira a far sentire la voce di imprenditori del settore ed educatori al governo, reo a loro dire di non aver pensato alla categoria nè nel decreto sulle riaperture nè nel dl rilancio.

Per capire le dimensioni del problema, basti pensare che nella sola Lombardia i nidi privati rappresentano il 70% dell’offerta complessiva per la fascia d’età 0-3 anni. A Milano su circa 300 nidi privati, 110 hanno posti in convenzione con il Comune. Tutti chiusi dal 24 febbraio. Ora, con il via libera del Comitato tecnico scientifico, “arriva la concorrenza dei centri estivi per noi, che possono lavorare con i volontari mentre noi siamo fermi”, lamenta Uniti che critica l’assenza al tavolo delle decisioni delle rappresentanze sindacali e delle associazioni di categoria. “Noi come associazione non siamo stati ricevuti da nessuno pur avendo scritto a tutte le forze politiche”, ha detto il direttore di Assonidi che aggiunge: “Se fosse verificato che nel dl rilancio non c’è la possibilità di una proroga della cassa integrazione per noi, vuol dire che abbiamo ossigeno solo fino ai primi di giugno. In questo modo il governo mette i nostri gestori nelle condizioni di licenziare”.

Tra le proposte avanzate da Uniti per dare ossigeno a queste imprese, c’è quella per esempio di autorizzare l’organizzazione dei centri estivi per i bambini a partire dai due anni in modo da consentire un reimpiego del personale attualmente in forza ai nidi. In più “avendo già strutture con giardino o altre molto ampie, i servizi all’infanzia chiusi in deroga potrebbero trasformarsi in centri estivi, utilizzando il personale educativo messo in cassa integrazione”. Ora l’ultima parola spetta al governo, che conclude Uniti, “non ci ha fornito neanche i protocolli per la riapertura a settembre”.