La Lega modello Lotito (che Salvini criticava)

Maxi rateizzazione per il Carroccio che dovrà restituire i 49 mln

SET 19, 2018 -

Roma, 19 set. (askanews) – “Ma che rateizzazione? Non posso rateizzare quello che non ho”. Così il vice premier, ministro dell’Interno e leader della Lega dieci giorni fa liquidava con una battuta la possibilità di concordare una rateizzazione nella restituzione dei fondi della Lega sui quali il Tribunale di Genova ha disposto il sequestro. Quella che era una ipotesi che lo stesso Salvini sembrava non prendere in considerazione è divenuta realtà. Sui quarantantotto milioni 969 mila 617 euro del debito con la giustizia la Lega ha raggiunto un accordo con la Procura di Genova che prevede una dilazione ‘monstre’ nella restituzione in rate di circa 50 mila euro mensili, 600 mila euro l’anno, in 76 anni (e praticamente senza interessi) con termine nel 2094.

Sembra così concludersi, non senza polemiche, qualche imbarazzo e un inusuale silenzio anche tra i partner di governo dei Cinquestelle, da sempre sensibili moralizzatori sul tema dell’uso dei finanziamenti pubblici, la vicenda della confisca e della conseguente restituzione dei fondi della Lega alla giustizia.

Prima di questa soluzione Salvini non aveva lesinato critiche ai magistrati di Genova. “Faccio appello alla procura di Genova: ditemi dove sono i tanti soldi che abbiamo e di cui io non sono a conoscenza perché non ci sono” e poi: “Spendete denaro pubblico per andare a cercare soldi e conti correnti inesistenti. Spero che poi qualcuno risarcisca gli italiani”. Così il ministro Salvini nei giorni scorsi sulla decisione dei giudici di Genova.

A Porta a Porta, Salvini la settimana aveva così ricostruito la vicenda: “Viene contestato a Bossi e Belsito persone che c’erano dieci anni fa – di avere utilizzato una cifra tra i 300 mila e i 400 mila euro”. Il resto? “Il resto – ha risposto Salvini al conduttore Bruno Vespa – erano contributi dati dallo Stato perchè gli italiani votavano la Lega. Poi quei soldi uno li usava per comprarci i pan di stelle del Mulino Bianco, per comprarsi cravatte, per i manifesti, teoricamente a uno non gliene deve fregar niente”. Ma è proprio così trattandosi di fondi pubblici? Con questo accordo la Lega segue la stessa strada percorsa dalla società sportiva Lazio nel 2005 che, in virtù dell’applicazione di una legge del 2002, ottenne la dilazione in 23 anni di un debito accumulato con il fisco di circa 140 milioni di euro. Il Carroccio all’epoca levò forte la sua voce di protesta contro questo accordo, in prima fila Salvini perchè non sarebbe mai stato applicato a un piccolo imprenditore in difficoltà.

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