Roma, 18 gen. (askanews) – Nonostante i forti recuperi, il numero totale di notti passate lo scorso anno in strutture turistiche nell’Unione europea, pari a 2,72 miliardi, è rimasto inferiore ai livelli che si registravano nel 2019, prima di lockdown e restrizioni imposti dai governi a motivo del Covid. Secondo i dati di Eurostat si tratta di un valore del 5,6% più basso dei 2,88 miliardi di notti registrate nel 2019, anche se rispetto al 2021 si è verificato un balzo del 48,3%. Il dato generale, poi, nasconde dinamiche differenziate tra paesi Ue, che peratro hanno adottato approcci diversificati sulle limitazioni ad ingressi e attività , spesso proprio nel settore turistico. Ad esempio, secondo un grafico pubblicato dall’ente di statistica comunitario, in Italia lo scorso anno le notti spese in strutture turistiche sono complessivamente rimaste di circa l’11% più basse rispetto al valore del 2019, praticamente un calo doppio della media Ue. In Spagna, invece, il calo sul numero di notti tra 2019 e 2022 è stato inferiore al 5%, quindi sotto la media europea. La Francia ha fatto ancora meglio visto che il dato 2022 è stato solo marginalmente inferiore a quello dell’anno pre Covid. Ci sono casi come Danimarca e Olanda in cui il numero di notti spese lo scorso anno è perfino aumentato rispetto al livello del 2019, rispettivamente del 12% e del 4% circa. All’opposto in paesi come Ungheria Slovacchia e Lettonia (che sfiora un -30% di notti nel 2022 rispetto al 2019) si resta su valori molto inferiori a quelli precedenti a lockdown e restrizioni. Eurostat ricorda che nel 2020 le notti spese in strutture turistiche nell’Ue erano collassate a 1,42 miliardi (meno della metà del 2019) e che nel 2021 erano parzialmente risalite, a 1,83 miliardi.
Turismo, nel 2022 notti in Ue +48% ma ancora 5,6% sotto livelli 2019
In Italia notti oltre 10% sotto 2019, peggio di Spagna e Francia