Vino Roma, 9 dic. (askanews) – “Il voto emerso conferma i timori della vigilia e pone in serio pericolo un’economia, una cultura e uno stile di vita fondamentali per l’Italia” e ora serve “che le nostre istituzioni facciano quadrato in ogni sede assieme a quelle dei principali Paesi produttori del Vecchio Continente”. Così il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, dopo che questa sera la Commissione Beca (beating cancer) del Parlamento europeo si è espressa in favore del report sul piano anticancro. Un report redatto dagli europarlamentari e contestato da Unione italiana vini (Uiv) nei suoi assunti scientifici, che nel primo bimestre del prossimo anno dovrà essere ratificato in sede di sessione plenaria del Parlamento europeo. Secondo Castelletti, se il documento approvato oggi dovesse essere confermato anche nella sessione plenaria prevista tra un paio di mesi “l’indirizzo politico dato dal Parlamento europeo si rivelerebbe disastroso per la competitività del vino europeo, con forti tagli in materia di promozione e marketing, oltre a un aumento della tassazione. Inutile ribadire – spiega – ulteriormente l’iniquità di un documento che accomuna un prodotto simbolo della Dieta mediterranea con il binge drinking. Basterebbe verificare l’ultimo rapporto Eurostat per capire come i Paesi europei con il maggior consumo pro-capite di vino siano contemporaneamente in coda alle classifiche del bere compulsivo”. Secondo l’istituto statistico Ue, infatti, Italia e Cipro in primis, ma anche Spagna, Grecia e Portogallo sono i winelover più assidui e allo stesso tempo i meno dediti a consumi pesanti di alcol, prerogativa questa riservata in particolare ai Paesi del Nord Europa. Per Uiv e gli imprenditori europei del Comité vins, l’ipotesi del report che non esista un ‘livello sicuro di consumo’ si basa su un unico studio fuorviante e semplicistico. Non tiene conto, infatti, dei modelli di consumo e di altri fattori legati allo stile di vita.
Cancer plan Ue, Uiv: timori fondati per vino, ora fare quadrato
Con i paesi produttori, o sarà disastro per competitività settore