Città del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Di ritorno da Lesbo, dove ha visitato i “campi di concentramento” dei rifugiati giunti in Europa, si è calato in un tombino di un palazzo occupato a Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, per togliere i sigilli e riattivare l’energia elettrica. E ora il ministro Matteo Salvini sostiene che deve pagare le bollette arretrate. “Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’è problema… Anzi, pagherò anche le sue, di bollette”, afferma in un’intervista al Corriere della sera il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco. “Non voglio che diventi una cosa politica, io faccio l’elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini… Intanto, hanno luce e acqua calda, finalmente. Adesso tutto dipende dal Comune, aspettiamo che riaprano gli uffici…”.
“La cosa assurda è che qui siamo nel cuore di Roma”, spiega il porporato polacco. “Quasi cinquecento persone abbandonate a se stesse. Sarebbe bello combattere anche solo per una persona, si figuri 500”. E non è l’unico caso: “Sgomberi, famiglie che non hanno un posto dove andare, gente che faticaasopravvivere… Roma è anche questo, basta andareafarsi un giro nelle nostre stazioni. Dove sono finiti i diritti umani dell’Europa? Se qualcuno non capisce questo, provi a staccare la correnteacasa sua per qualche ora e vedrà che cosa vuole dire”.
E le bollette non pagate? “Si parla di soldi ma non è questo il primo problema. Ci sono i bambini. E allora la prima domanda da porsi è: perché sono lì, per quale motivo? Com’è possibile che delle famiglie si trovino in una situazione simile?”. E’ vero che sabato ha provato invano a chiamare gli uffici comunali perché riallacciassero la corrente? “Sabato e domenica con chi potevo parlare, col portiere? A Roma il fine settimana non funziona nulla, salvo bar e ristoranti! Adesso aspettiamo la riapertura, speriamo intervengano”. Ma è stato lei a calarsi nel tombino per staccare i sigilli? “Cosa vuole, era una situazione particolare, disperata… Lo ripeto: mi assumo tutta la responsabilità.
Dovesse arrivare, pagherò anche la multa”.
Uno degli inquilini dice che lei era pratico e in Polonia, prima di prendere i voti, lavorava in questo campo… “Ma no, questo no! In Polonia abbiamo avuto un presidente, Lech Walesa, che era stato elettricista, si saranno confusi con lui! Io non sono un elettricista, sono un liturgista. Ma in fondo i liturgisti accendono candele, spostano i microfoni, qualcosa ne capiscono…”.
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