Roma, 7 feb. (askanews) – Taglio del nastro questa mattina a Roma per il nuovo reparto dell’SPDC, il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dell’ospedale San Filippo Neri. Ad inaugurarlo il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme all’assessore alla sanità e integrazione sociosanitaria regione Lazio, Alessio D’Amato, e al direttore generale della Aal Roma 1, Angelo Tanese. Un intervento significativo finanziato con 680 mila euro per questo importante ospedale pubblico del quadrante nord di Roma, il nuovo reparto dispone di 821 mq + 40 mq di giardino terapeutico, oltre il doppio del precedente che presentava diverse carenze logistiche e strutturali essendo peraltro uno dei primissimi Spdc di Roma aperto quarant’anni fa. Il nuovo reparto è integrato con il Pronto Soccorso per una migliore gestione delle emergenze. L’apertura di questo nuovo reparto contribuisce anche ad una migliore integrazione con gli altri servizi territoriali del Dipartimento di Salute Mentale nel costruire risposte a problemi di salute altamente complessi, come il ricovero dei minori, la gestione delle psicosi sintetiche e della patologia peri-partum, con l’eventuale sviluppo di un’Unità Madre-neonato (Mbu) al bisogno. È uno dei risultati tangibili – ha spiegato Tanese – di un piano di riorganizzazione e sviluppo dei percorsi di salute mentale che la Asl Roma 1 sta portando avanti con una profonda riorganizzazione dei servizi anche attraverso l’ingresso di nuovi operatori – nel 2018 sono stati assunti 13 psichiatri, 12 psicologi, 5 neurospichiatri infantili, 2 tecnici della riabilitazione psichiatrica, 4 assistenti sociali, 29 infermieri – e con la collaborazione della Consulta per la Saluta Mentale. “Con questo reparto si raddoppiano gli spazi e cambia la qualità del servizio, un’idea diversa del vivere la permanenza in ospedale” ha detto Tanese.Ripensato totalmente il modello di cura, a partire dall’assistenza infermieristica che si sviluppa sul modello del nursing modulare, per proseguire – come spiegato questa mattina – con una maggiore personalizzazione dei progetti terapeutici, migliorando il clima complessivo e riducendo gli elementi di violenza, frequenti in un luogo dove si realizzano anche trattamenti contro la volontà del paziente.
Il giardino terapeutico è stato progettato con lo studio del verde e l’intento di creare un luogo studiato per originare nei pazienti sensazioni di benessere. Nel giardino si è tenuto conto dei principi della cromoarmonia partendo dal colore del verde delle piante in grado di trasmettere tranquillità ed equilibrio. Sono state utilizzate essenze sempreverdi come schermatura e piante aromatiche che con i loro colori, con il loro profumo attivano i sensi dei pazienti. Uno spazio, così curato per il benessere, per aiutare la permanenza dei pazienti durante le cure specifiche, favorendo la socializzazione. Alcuni pazienti potranno essere coinvolti anche nella cura delle piante stesse.