Milano, 7 mar. (askanews) – Utilizzare gli strumenti bancari e finanziari per perseguire una maggiore giustizia sociale e ambientale. E’ la scelta che Banca Etica sta concretizzando con le sue attività dimostrando così che fare banca e finanza in modo etico e sostenibili è possibile. Due indicatori possono spiegare su cosa si poggia questa visione: il 23 per cento di chi ha ottenuto un credito da Banca Etica aveva visto un rifiuto da un altro istituto tradizionale. E per quanto riguarda il dato sulle sofferenze, per Banca Etica sono stabilmente molto al di sotto rispetto alla media del sistema bancario: nel 2023 le sofferenze nette per Banca Etica si sono attestate sullo 0,23% contro una media del sistema bancario italiano di 1,05%. Sostenere chi escluso dagli istituti tradizionali perché non rientra nei parametri di opportunità business, e non perché non meritevole di fiducia, vuol dire dare credito a chi ha una visione del lavoro, e del capitale necessario a sostenerlo, distante da quella speculativa; contribuendo così a costruire un cambiamento del modello economico della società.
Dopo 25 anni di attività, Banca Etica è oggi una realtà che conta oltre 48 mila persone e organizzazioni socie; crediti in corso per oltre un miliardo e 200 milioni; capitale sociale di oltre 92 milioni di euro a fine 2023 con una crescita media annua nell’ultimo decennio del +7,5% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale. E registra livelli di solidità patrimoniale migliori rispetto alla media del sistema bancario tradizionale: con un un CET1 ratio del 20,8% e un Total Capital Ratio del 25,3% contro rispettivo dato medio del 16,98% e del 18,62% registrati a settembre 2023 dal sistema bancario italiano.
I dati che descrivono la realtà di Banca Etica sono stati presentati nel corso di un incontro presso il Cnel in occasione dei 25 anni di attività di Banca Etica. Durante i lavori è stata presentata anche la ricerca “Azionisti del bene comune. 25 anni per la pace l’ambiente e l’inclusione” curata da Aiccon, il Centro Studi promosso dall’Università di Bologna,
Il patrimonio di Banca Etica è di oltre 180 milioni. Il capitale sociale, complessivamente, tra il 2007 al 2023 ha registrato un +375% contro il +29% del sistema bancario tradizionale. Il tasso di crescita dei depositi è aumentato mediamente nello stesso periodo del 13,8% annuo, contro l’8% medio annuo del sistema italiano. Con l’ampliamento del numero di clienti e la crescita del capitale, è aumentato anche il credito concesso a organizzazioni e persone, un valore, questo, in costante crescita negli ultimi 25 anni per un totale aggiornato al 2023 di 1.211 milioni di euro e con un tasso medio annuo del +9,7% mentre il volume dei crediti erogati dal sistema bancario nel suo insieme è rimasto praticamente invariato nello stesso periodo includendo anche periodi di vero credit crunch. Andamento positivo anche per titoli e altri investimenti finanziari che vanno ad aggiungersi per un totale di ulteriori 1.342 milioni di euro.
Nonostante le norme che regolano l’accesso al credito siano sempre più rigide, l’analisi di Aiccon mostra come Banca Etica riesca ad attuare una politica inclusiva lavorando attivamente per ridurre l’esclusione creditizia. Tra coloro che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento da Banca Etica, il 9% delle persone e il 10% delle organizzazioni si era già visto rifiutare prima una richiesta di finanziamento da un’altra banca, percentuale quest’ultima che nel caso di organizzazioni non socie della Banca e sale fino al 41,7%.
La ricerca dà dunque conto di una crescita eccezionale della finanza etica nel nostro Paese, un settore che soprattutto 25 anni fa scontava parecchi pregiudizi finanziari ed era considerato poco bancabile. L’attività e i risultati raggiunti da Banca Etica in questi anni dimostrano – soprattutto attraverso il parametro in costante crescita dei crediti erogati – come le imprese sociali siano un soggetto economico stabile e affidabile.
“I risultati di Banca Etica possono essere letti come il successo di tutto il comparto dell’economia sociale italiana. Banca Etica è nata nel 1999 dall’impegno delle principali reti della società civile italiana, quelle stesse reti che tutt’oggi sono i nostri soci di riferimento. Venticinque anni fa in molti credevano che il terzo settore non fosse bancabile: abbiamo dimostrato che non è così. Intanto il mondo è cambiato e alla dicotomia tra imprese profit e nonprofit si è aggiunta la vasta sfera delle imprese sociali che coniugano i principi dell’efficienza di impresa con il perseguimento di obiettivi di interesse collettivo come la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone e le comunità impattate dalle attività economiche. Lo stesso terzo settore è diventato più imprenditoriale senza perdere la sua vocazione. Banca Etica è stata un precursore e un acceleratore di queste trasformazioni, riuscendo a contagiare il resto del sistema economico, sociale e finanziario, e lo stesso sistema normativo, che oggi guarda con sempre maggiore attenzione agli impatti sociali e ambientali delle attività di impresa. Al netto dei rischi di greenwashing e social-washing che vanno gestiti e arginati, possiamo dire che il cambiamento è avviato. Ma ha ancora bisogno di molte energie per farsi sistema e per contrastare gli effetti più nefasti del capitalismo sfrenato. Gli attori che genuinamente mettono la giustizia socio-ambientale al centro del proprio agire devono sempre più fare rete e coinvolgere le nuove generazioni che sono sempre più attente a questi temi, ma che devono essere messe in condizione di partecipare attivamente alla costruzione e diffusione di nuovi modelli economici. A questo saranno dedicati i nostri sforzi per i prossimi anni, anche in un contesto normativo sempre più stringente”.
Non solo credito, negli ultimi 20 anni l’azione di Banca Etica si è estesa all’attività di investimento con la nascita della società di gestione del risparmio Etica Sgr e la creazione di un Gruppo Bancario. La nascita del nuovo ramo ha permesso di contaminare anche il settore degli investimenti con i valori, i principi e le finalità che distinguono e ispirano il modus operandi del Gruppo. Etica Sgr, infatti, propone una metodologia proprietaria – ESG EticApproach – che prevede un doppio screening volto ad individuare al contempo i Paesi e le aziende più virtuosi dal punto di vista socio-ambientale e più attente al benessere collettivo. La ricerca Aiccon mostra come, al pari della banca, anche Etica Sgr ha registrato un’importante crescita del patrimonio gestito che nel 2023 ha raggiunto 7,4 miliardi di euro, con un ritmo del +20% medio annuo.
La ricerca evidenzia infine la capacità di Banca Etica di condividere la propria mission con i suoi soci: il 98% degli intervistati sostiene che la distintività del Gruppo Banca Etica emerga rispetto a quella degli altri gruppi bancari e il 96% afferma che l’azione condotta sia coerente, e dunque mantenga fede, ai principi e valori cui aderisce e che promuove. In particolare, però, gli stakeholder rilevano una funzione di capacity building svolta dalla Banca in materia di educazione finanziaria: più di 1 persona su 3 (38,79%) sostiene di conoscere i propri diritti come risparmiatori oggi meglio di quando non erano in relazione con Banca Etica e allo stesso modo quasi 1 organizzazione su 3 (30,88%) rileva di conoscere meglio i propri diritti come cliente di una banca.
Oltre a ciò, più di 1 persona su 3 (34,88%) e 3 organizzazioni su 10 (29,03%) sentono di aver acquisito una miglior conoscenza degli strumenti e del linguaggio finanziario.
Nel complesso 7 persone su 10 ritengono che il Gruppo Banca Etica in questi 25 anni sia stato realmente capace di contaminare in senso positivo l’intero sistema socio-economico mostrando sia con la sua azione economica sia con l’azione culturale, portata avanti in sintonia e sinergia con Fondazione Finanza Etica, che è possibile fare finanza mettendo al centro valori quali la protezione dell’ambiente e dei diritti delle persone in tutto il mondo.
La ricerca è stata il punto di partenza per una mattinata di confronti e riflessioni sui grandi temi della finanza etica che ha visto, fra gli altri, gli interventi di suor Alessandra Smerilli, segretaria generale del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, Renato Brunetta, presidente del Cnel, Antonio Patuelli, presidente di ABI e Gianfranco Torriero vice direttore vicario dell’ABI, e il professor Stefano Zamagni dell’Università di Bologna. Per Banca Etica sono intervenuti la presidente Anna Fasano e il direttore generale, Nazzareno Gabrielli.
La ricerca – realizzata su un campione di 3.795 clienti fra persone fisiche e giuridiche – dà conto dei risultati raggiunti da Banca Etica, in Italia l’unico istituto che opera esclusivamente nel campo della finanza etica, e della sua capacità di generare una azione trasformativa positiva nei contesti in cui opera, nel senso di una maggiore giustizia economico, sociale e ambientale.