Il dimenticato Chardonnay rosa ritrova il suo posto nello Champagne – askanews.it

Il dimenticato Chardonnay rosa ritrova il suo posto nello Champagne

Da qualche mese si è aggiunto alle sette varietà già autorizzate
Ott 17, 2025

Milano, 17 ott. (askanews) – Lo Chardonnay rosa entra a far parte del Disciplinare della Denominazione Champagne, aggiungendosi alle sette varietà già autorizzate. Il nulla osta definitivo, passato sotto silenzio, è arrivato il 31 luglio scorso, segnando una tappa importante nella valorizzazione del patrimonio genetico dei vigneti della celebre regione francese.

La conferma arriva dal Comité Champagne, che spiega che lo Chardonnay rosa è una mutazione naturale dello Chardonnay classico, identificata già nel 1900 nella Champagne e in Borgogna. Conservato da viticoltori appassionati, fino ad oggi era presente solo in collezioni o in pochi ceppi sparsi. La sua iscrizione nel Catalogo francese nel 2018 ha permesso di dargli un’identità botanica e di moltiplicarlo.

A differenza delle varietà create per ibridazione come il Voltis, lo Chardonnay rosa è uno capriccio della natura. La sua integrazione nel disciplinare dimostra la capacità della filiera di evolversi con intelligenza di fronte alle sfide climatiche, riallacciandosi al contempo a una storia dimenticata. Dal punto di vista agronomico ed enologico, lo Chardonnay rosa è molto simile allo Chardonnay (bianco) e conferisce una certa freschezza ai vini.

Come si sa, la Denominazione Champagne si basa storicamente su tre vitigni principali: il Pinot noir, il Meunier e lo Chardonnay. Da soli, rappresentano la quasi totalità del vitigno champenois, mentre i vitigni “minori”, Arbane, Petit Meslier, Pinot bianco, Pinot grigio e ora anche Chardonnay rosa, coprono solo lo 0,5% dell’intera superfice vitata.