Meloni in tv da Vespa contro sinistra: se fomenta piazza può sfuggirle di mano – askanews.it

Meloni in tv da Vespa contro sinistra: se fomenta piazza può sfuggirle di mano

“Contro di me minacce di morte e denuncia a Corte penale internazionale”

Roma, 7 ott. (askanews) – Giorgia Meloni rivela “minacce di morte” e una denuncia, quella alla Corte penale internazionale, e accusa la sinistra: “Si sta sottovalutando” il clima “anche da chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione che poi le cose sfuggono di mano”. L’occasione per la premier è stata la registrazione della puntata di ‘Porta a porta’ in onda nella serata di Rai 1.

“Non conto più le minacce di morte, non faccio in tempo a segnalarle”, si lamenta la premier, che parla di un clima “molto imbarbarito” per colpa “di chi dice che hai le mani sporche di sangue”. Addirittura, annuncia, “io, Crosetto, Tajani e Cingolani siamo stati denunciati per concorso in genocidio alla Corte penale internazionale. Credo che sia un caso unico a livello mondiale e nella storia”.

Sullo sciopero generale di venerdì scorso, che aveva definito “week end lungo”, Meloni ribadisce il suo giudizio critico: è stato “pretestuoso”, indetto da un sindacato, la Cgil “più interessato a difendere la sinistra che i lavoratori”. Né, per la premier, vale la tesi degli “infiltrati” per giustificare gli episodi di violenza registrati in alcuni cortei nei giorni scorsi, in particolare a Roma. “Ho grande rispetto per le manifestazioni”, assicura, ma “io sono rimasta choccata dal fatto che uno degli striscioni di testa inneggiava al 7 ottobre. Quando si consente e chi inneggia al terrorismo di stare in testa al corteo la tesi degli infiltrati credo sia riduttiva”. Per quanto riguarda la Flotilla, se l’obiettivo era portare aiuti, ne avevano “circa 40 tonnellate” che l’Italia consegna con gli aerei “in una mattinata” e dunque “non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione” e non aiuta il percorso del piano di pace che apre “ampi spiragli” ma è “fragile”.

Il problema, per lei, è che quando la sinistra “non ha argomenti, teme chi ne ha e l’unica cosa che può fare è dire che ‘è un impresentabile, non devo confrontarmi con lui'” come ha fatto Francesca Albanese che “dice che un direttore di quotidiano che lei non condivide non deve essere invitato a parlare in televisione”. In questo modo però, ha concluso riferendosi alle tensioni di oggi a Livorno, “temo che sia un clima che può peggiorare se non richiamiamo al senso di responsabilità. Lo dico sinceramente e seriamente. Io so stare nella dimensione di conflitto della politica ma credo si stia sottovalutando anche da chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione che poi le cose sfuggono di mano”.

Nella registrazione della puntata, Meloni ha assicurato che il governo va avanti sulle riforme – premierato, giustizia, autonomia – senza temere i referendum che “non avranno conseguenze sul governo, finiremo il nostro mandato”. A Matteo Renzi risponde di non aspirare al Quirinale (“Faccio il premier e mi basta e avanza”) mentre in Europa ribadisce di lavorare per una alleanza di centrodestra. “Non ho nessuna intenzione di avvicinarmi al Ppe – garantisce – a volte il Ppe si avvicina alle nostre posizioni”. Per quanto riguarda la legge elettorale, “compete al Parlamento”, ma per lei deve andar bene anche “per il premierato e quindi con l’indicazione del premier sulla scheda”.

Infine qualche accenno sulla manovra: domani sul tema è in programma un vertice a Palazzo Chigi. Meloni prevede “risorse per incentivare l’occupazione” e “diverse misure” per “il ceto medio, per la fascia che arriva a 50 mila euro” (e che Forza Italia vorrebbe fino a 60 mila). Per quanto riguarda le coperture, ci potrà essere il contributo delle banche, ma senza “intenti punitivi”: “lo scorso anno abbiamo dialogato e trovato una soluzione, confido che si possa fare anche quest’anno”. In manovra ci saranno anche le spese per la difesa, non perchè “siamo guerrafondai” ma “per garantire la pace”.

Al centro della riunione di domani anche le candidature per le regionali: Bruno Vespa evita di chiederle se si scioglieranno i nodi di Veneto, Puglia e Campania, ma comunque la premier assicura che non ci sono “assolutamente nervosismi” nella maggioranza.