Roma, 29 giu. (askanews) – Nel 2024 l’attività economica umbra è cresciuta in misura moderata. Secondo le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) il Pil è aumentato dello 0,7 per cento, in linea con la media nazionale. La crescita ha continuato a essere frenata dalla contenuta dinamica dei consumi e dalla fiacchezza degli investimenti privati; quelli pubblici hanno invece tratto vigore dalla progressiva realizzazione dei lavori legati al PNRR. Per il secondo anno consecutivo il numero delle cessazioni d’impresa ha sopravanzato quello delle iscrizioni, a differenza di quanto osservato nella media del Paese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel rapporto annuale “L’economia dell’Umbria”.
L’accresciuta instabilità del contesto internazionale e le possibili ricadute legate all’inasprimento delle politiche commerciali tra paesi condizionano le prospettive per l’anno in corso, tenuto anche conto dell’elevata incidenza delle esportazioni umbre verso gli Stati Uniti. Sull’economia regionale, si legge, continuano inoltre a pesare carenze strutturali che si manifestano in particolare nella perdurante dinamica negativa della produttività.
Nel 2024 la produzione agricola regionale è tornata ad aumentare, anche grazie a condizioni climatiche favorevoli. Nell’industria le vendite si sono ulteriormente ridotte, per il negativo andamento degli ordinativi interni; le esportazioni hanno invece ripreso a espandersi. La persistente debolezza della manifattura, dice Bankitalia, si è riflessa in un incremento delle richieste di Cassa integrazione. Nonostante condizioni di finanziamento più favorevoli e livelli di disponibilità liquide e redditività storicamente elevati, la propensione delle imprese umbre a investire è rimasta bassa; vi hanno influito la crescente incertezza sull’evoluzione del quadro congiunturale e il limitato utilizzo della capacità produttiva.
Il settore delle costruzioni ha continuato a fornire un contributo positivo, seppure in rallentamento, grazie anche a una struttura produttiva che negli anni più recenti si è irrobustita. Gli effetti del ridimensionamento degli incentivi all’edilizia privata sono stati controbilanciati dall’accelerazione degli investimenti pubblici e degli interventi di ricostruzione post-sisma. Nel terziario, prosegue Bankitalia, la crescita è rimasta moderata nonostante l’ulteriore espansione del comparto turistico che ha continuato a interessare tutti i comprensori. Negli ultimi decenni sono aumentati in misura sensibile i servizi offerti dalle organizzazioni dell’economia sociale, che hanno assunto un ruolo di rilievo per l’economia regionale.(Segue)