Milano, 19 giu. (askanews) – “Non possiamo più agire come 30 anni fa. La società è cambiata e tanto l’evoluzione tecnologica quanto la pandemia ci hanno mostrato che se la nostra Associazione non riesce a leggere correttamente quel che accade all’esterno, non potrà mai dialogare con l’esterno”. Con queste parole Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, ha aperto il convegno “Intrecci di Umanità” organizzato dalla Cri e svoltosi oggi presso il Jhd Dunant Hotel di Castiglione delle Stiviere.
L’evento, che è parte delle iniziative previste per le celebrazioni di Solferino 2025, ha visto la partecipazione di numerosi interlocutori del Terzo settore, che si sono confrontati sul ruolo del Volontariato, sull’interazione della rete associativa e sull’approccio umanitario a supporto delle comunità nel nostro Paese.
“Il Volontariato garantisce la durata nel tempo della nostra azione. La CRI è una della realtà nazionali con la più alta ramificazione sul territorio. Siamo presenti da Lampedusa a Sondrio e ovunque le Volontarie e i Volontari dell’Associazione sono ambasciatori della nostra azione nelle proprie comunità. Le comunità che viviamo, delle quali conosciamo le vulnerabilità, alle quali diamo risposte concrete. Insieme alle altre associazioni di volontariato – ha concluso Valastro secondo una nota -, dobbiamo impegnarci ad ascoltare il volontariato, che significa ascoltare Volontarie e Volontari. Nessuno di loro è un numero!”
“Ogni nostra azione si contraddistingue per l’Umanità che mettiamo in ciò che facciamo. Il Volontariato è una vocazione civica: si evolve ma non cambia la sua essenza. Viviamo ogni giorno in prima linea. Nel tempo abbiamo cambiato modo di agire, rendendolo più veloce, più flessibile, più digitale. Abbiamo capacità di fare rete, insieme alle altre associazioni che percorrono con noi le strade del Terzo settore, non siamo antagonisti. Il Servizio Civile Universale (SCU) è veramente un esempio di cittadinanza attiva, i ragazzi diventano parte di un sistema, attraverso il quale i giovani imparano il gioco di squadra. Intrecciare Umanità significa questo: compiere azioni semplici, capaci di trasformare un territorio in una comunità solidale”, le parole di Maurizio Bonomi, Presidente Comitato Regionale Lombardia della CRI.
È dall’apporto dei giovani alla cittadinanza attiva che parte l’analisi di Laura Massoli, Coordinatrice ufficio per il Servizio Civile Universale del Dipartimento delle Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale del Ministero per lo Sport e i Giovani: “La Croce Rossa Italiana è un partner storico del SCU. Chi entra in Associazione attraverso il Servizio Civile vuole restare in CRI come Volontaria e Volontario, condivide la scelta volontaria di mettersi a disposizione per fare qualcosa per sé, per la comunità e per il territorio. Il Servizio Civile è esperienza di cura dei territori, uno strumento, una leva che mette insieme tanti aspetti: la formazione, l’esperienza sul campo, l’acquisire competenze relazionali nel contesto umano e professionale”.
“Il Fai e la Cri sono nati in periodi differenti, con presupposti differenti ma hanno molti punti in comune: la capillarità sul territorio, l’adesione alle associazioni internazionali, i valori fondanti. Come la Croce Rossa, il Fai ne ha sette: conoscenza e competenza, concretezza, coerenza, indipendenza, qualità, curiosità, ozio operoso. Non sorprende che la Cri e il Fai abbiano voluto unire le forze e deciso di stilare nel 2020 un protocollo che ci vede uniti: oltre 6.500 Volontarie e Volontari della CRI hanno partecipato alle giornate FAI”, ha dichiarato Alessandro Catelani, Capo Delegazione Mantova del Fai. “Essere volontari non è sempre facile. Cosa spinge a essere volontario e continuare a esserlo? Il contatto umano, lo scambio, sentirsi utile, l’identità condivisa. Vale per il Fai come per la Croce Rossa. Quest’anno, da Solferino a Castiglione delle Stiviere saremo delle piccole fiammelle e, insieme, daremo il via ad un fascio di luce”, ha concluso Paola Mor, Capogruppo Castiglione delle Stiviere del Fai.
“La parola solidarietà non è morta. Il dono è la sintesi del Volontariato, perché è gratuito, senza contropartita. La dimensione vera del Volontariato è proprio quella del dono, dove è la gratuità a creare relazione, situazioni nuove. La nuova parola d’ordine oggi è creare reti ovunque, creare relazioni”, ha aggiunto Franco Bagnarol, Coordinatore Consulta del Volontariato, Forum del Terzo Settore.
Al convegno è seguita la tavola rotonda incentrata su: l’evoluzione e il ruolo del Volontariato nel XXII secolo, le nuove sfide che lo attendono in termini di cittadinanza attiva e sostenibilità ma anche di flessibilità e diversificazione delle forme di partecipazione, come tutelare il Volontariato e come incentivarlo nella Società civile.