Milano, 15 mar. (askanews) – In Emilia Romagna le precipitazioni degli ultimi giorni, fino a 200 millimetri di pioggia sul Lamone, sono paragonabili a quelle delle alluvioni precedenti, ma fortunatemente con esiti diversi perchè le alluvioni di maggio 2023 sono “uno spartiacque che ha riportato sicurezza territoriale e contrasto al dissesto idrogeologico in cima alle priorità”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione, Michele de Pascale, secondo il quale è “legittima la preoccupazione dei cittadini”. Per questo, ha aggiunto, da istituzioni territoriali e Governo “deve arrivare una risposta coordinata, concreta e certa, attraverso la massima collaborazione e solidarietà”.
Prosegue intanto il deflusso dei fiumi carichi d’acqua, con gli argini tuttora sotto pressione e l’attenzione che resta molto alta, soprattutto nel bacino del Reno, nel bolognese, e nei bacini della Romagna. Così come la paura e la preoccupazione delle persone e delle comunità, di nuovo alle prese con l’allarme per ciò che poteva succedere, dopo due giorni di allerta rossa vissuti con grande apprensione. Ora l’allerta di pericolo idraulico scende – domani sarà arancione in parte della pianura modenese, bolognese, ferrarese, ravennate, gialla nel resto della regione – e l’Emilia-Romagna fa un primo, provvisorio bilancio di quanto accaduto nelle ultime 48 ore.
Alcuni numeri, registrati da Arpae, relativi alle quantità di pioggia cumulate nelle 48 ore nelle stazioni di ogni bacino che hanno registrato i valori più alti (quantità concentrate in particolare nelle seconde 24 ore): Casaglia (Marradi, FI, bacino Lamone): 200 mm; Pratacci (San Benedetto in Alpe, FC, bacino Montone): 135 mm; Palazzuolo sul Senio (FI, bacino Senio): 121 mm; Firenzuola (FI, bacino Santerno): 110 mm; Monteacuto delle Alpi (Lizzano in Belvedere, BO, bacino Reno-Silla): 98 mm.
Va considerato che la pioggia cumulata in 48 ore sul Lamone, arrivò a 145,8 mm il 2-3 maggio 2023, a 189,1 mm il 16-17 maggio sempre del 2023 e a 236,6 mm il 17-18 settembre 2024. Sul Montone, invece, si arrivò 98,7 mm il 2-3 maggio 2023, a 164,9 il 16-17 maggio 2023 e a 182,9 il 17-18 settembre 2024.
Come detto, l’attenzione sui fiumi resta massima ma non si sono registrate esondazioni e rotture arginali. Una situazione rimasta sotto controllo anche grazie ai lavori effettuati negli ultimi due anni: oltre 300 cantieri completati dopo la drammatica alluvione del maggio 2023, soprattutto di rifacimento e consolidamento degli argini, nuove golene e riprese golenali. Così come sono state fondamentali le oltre 30 opere realizzate dopo le alluvioni, in particolare nella città metropolitana di Bologna, dell’autunno 2024: anche queste hanno permesso una migliore gestione di quanto accaduto.
Lo stesso, meccanismi ormai consolidati, anche in situazioni limite: come le casse di espansione, anche se sul Senio non sono entrate in funzione perché il fiume non è mai arrivato a superare la soglia rossa (non ha quindi bagnato gli argini ma la sola golena).
Da domani, inoltre, una volta calato il livello dell’acqua, inizieranno le operazioni di pulizia degli argini e degli alvei dagli alberi scesi a valle. Massimo l’impegno del sistema di Protezione civile, a partire dai volontari: nella giornata di ieri hanno operato 240 persone suddivise in 57 squadre, oggi 146 su 30 squadre. Gli evacuati presi in carico sono 53, tutti nel bolognese, di cui 35 persone tra Imola e Casalfiumanese.