Meloni a Consiglio Ue, ribadirà necessità unità di Europa e Usa – askanews.it

Meloni a Consiglio Ue, ribadirà necessità unità di Europa e Usa

Confronto anche su difesa Ue dopo annuncio ReArm Europe
Mar 5, 2025
Roma, 5 mar. (askanews) – Sull’Ucraina è fondamentale mantenere l’unità dell’Unione europea e dell’Occidente, perchè è “illusorio” pensare di poter trovare una soluzione senza la partecipazione degli Stati Uniti. Questo, secondo quanto si apprende, uno dei temi che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribadirà domani al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, convocato dal presidente Antonio Costa per discutere del conflitto e del tema più generale della difesa europea. Ai lavori parteciperà in presenza anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Si tratta del primo summit a 27 dopo i meeting ristretti – Parigi e Londra – delle scorse settimane, che hanno creato, secondo fonti diplomatiche, “malumori” tra chi non è stato invitato.

La discussione sull’Ucraina si preannuncia particolarmente difficile, data la posizione discordante dagli altri Stati membri del primo ministro ungherese Viktor Orban e del premier slovacco Robert Fico (che sembra, comunque, più ‘morbido’ del collega). Costa ha fissato alcuni principi base: nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina; un eventuale cessate il fuoco deve essere collegato a un processo che porti a una pace; necessità di garanzie di sicurezza per evitare che si ripetano in futuro invasioni o altri tipi di aggressioni. Possibile che si discuta anche di un inviato dell’Ue per l’Ucraina (e tra i nomi che circolavano c’erano anche quelli di Angela Merkel e Mario Draghi), anche se il tema non è stato al centro dei tavoli preparatori negli ultimi giorni. Peraltro, su questo, non è esclusa l’ipotesi che l’inviato possa rappresentare non solo l’Ue ma anche Paesi europei fuori dall’Unione. Per quanto riguarda il profilo – viene sottolineato – dovrà avere una forte capacità “politica” e avere un apprezzamento generale.

Per quanto riguarda il conflitto ucraino, secondo quanto filtra, Meloni (che ha vissuto con irritazione il ‘protagonismo’ di Emmanuel Macron e Keir Starmer) confermerà la convinzione che sia “fondamentale” mantenere l’unità dell’Ue e del campo occidentale, perchè sarebbe “illusorio” pensare di poter trovare una soluzione “giusta e duratura” senza la partecipazione degli Usa.

Per quanto riguarda la difesa europea, le divergenze tra i 27 sembrano meno marcate, anche se alcuni dei cosiddetti ‘frugali’ sono contrari a modificare le regole esistenti del Patto di stabilità per incrementare le spese in questo ambito. La novità più significativa è però rappresentata dalla Germania, che a differenza del passato, si è detta favorevole a una maggiore apertura dei cordoni della ‘borsa’.

Per parte sua Meloni è d’accordo sulla necessità di incrementare le spese in difesa, convinta da tempo che sia fondamentale per garantire una piena “autonomia strategica” dell’Europa, tanto che ha commissionato al Mef alcune simulazioni per arrivare a portare la spesa fino al 2,5% del Pil. Dunque il piano ReArm Europe lanciato da Ursula von der Leyen è considerata una proposta positiva, ma adesso sarà necessario fare approfondimenti ed entrare nel dettaglio delle spese e delle modalità di finanziamento. L’Italia, tra l’altro, sottolinea da tempo, e lo farà anche in questa partita, la necessità di difendere tutti i confini, facendo attenzione anche al ‘fianco’ sud del continente e non soltanto a quello est.

Peraltro il progetto ReArm ha creato forti fibrillazioni nella maggioranza di governo, con la Lega fortemente e polemicamente contraria. Tanto che ieri sera Meloni ha dovuto convocare i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini per richiamare, soprattutto quest’ultimo, a toni meno da campagna elettorale sulla politica estera. Messaggio forse non pienamente recepito, visto che anche oggi il leader leghista è tornato ad attaccare von der Leyen: “Il sistema produttivo, le famiglie, i professionisti italiani – ha detto – tutto aspettavano fuorché un mega impatto da 800 miliardi di euro sulla carta a debito per riarmare l’Europa”.