Roma, 20 set. (askanews) – La Cina ha accettato di riprendere “in maniera graduale” l’importazine di prodotti ittici dal Giappone, sospesa in seguito alla decisione di Tokyo di smaltire in mare le acque trattate provenienti dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro nel 2011 del peggiore incidente atomico dopo Cernobyl.
“Condurremo consultazioni tecniche con il Giappone per riprendere gradualmente l’importazione di prodotti acquatici giapponesi che soddisfano le normative, con la premessa che i requisiti presentati dalla Cina siano pienamente soddisfatti”, ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, dopo che sul sito internet del ministero era stata annunciata la firma di un documento di consenso tra Tokyo e Pechino sull’argomento.
Lo stop era stato imposto dal 24 agosto 2023 dal governo cinese alla luce dell’avvio dell’attività di smaltimento da parte giapponese. L’acqua smaltita presenta un basso contenuto di radioattività, perché sottoposta a un processo di filtraggio presso l’impianto.
Secondo Mao, tra Cina e Giappone ci sono stati “più di 10 cicli intensivi di negoziazioni” e, solo dopo uno “sforzo incessante”, si è raggiunto il consenso annunciato oggi.
Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che la Cina utilizzerà per il monitoraggio delle acque i risultati di campionamenti e monitoraggi indipendenti basati sugli standard dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per adeguare il divieto e “riprendere gradualmente le importazioni di prodotti acquatici giapponesi che soddisfano tali standard”.