Positano (Salerno), 9 set. (askanews) – Scavare, restaurare, monitorare e contestualmente consentire al visitatore di accedere a un’esperienza archeologica unica. La Villa Romana di Positano, con i suoi colori incredibili e gli amorini in rilievo, i suoi dipinti murali commoventi e l’opus tessellatum, rappresenta un’eredità unica dall’eruzione del Vesuvio del ’79 d.C.. E un modello innovativo di conservazione.
Un ambiente impossibile eppure reale che ci fa entrare nella vita di allora. Ma anche esempio di convivenza di epoche e competenze diverse, in un unico scavo, tra la villa d’ozio romana e le cripte della chiesa di S. Maria Assunta.
Quello che colpisce è soprattutto il vigore del colore.
Raffaella Bonaudo, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino testimonia come il comune di Positano abbia trovato un sistema di relazione con la sovrintendenza. Una visione programmatica con un monitoraggio costante degli affreschi. E una collaborazione con l’Istituto Centrale del Restauro, parte del Ministero della cultura.
“Questo ci consente di verificare non solo banalmente gli sbalzi di temperatura che possono danneggiare la pellicola pittorica, ma anche di avere sempre la cognizione del tipo di agenti patogeni della pittura e di sperimentare soluzioni che siano all’avanguardia. Durante il cantiere ICR di quest’anno è stato individuato un tipo di batterio che non si conosceva, caratteristico di Positano, e sono state sperimentate le modalità di contenimento di questo agente che poteva diventare dannoso per le pitture”.
Una qualità di affreschi romani che non si conserva da nessun’altra parte. Lavori immortalati dall’obiettivo esatto di Vito Fusco, dal 2015 e in gran parte senza luce artificiale. Ma non ci si ferma qui. C’è un’area di circa 200 metri quadri ancora da scavare.
Il sindaco di Positano Giuseppe Guida: “Siamo in una fase di appalto”, dice. “A breve individueremo il soggetto che realizzerà i lavori. Entro fine anno inizieremo anche gli scavi”, aggiunge.
E grazie ai fondi ministeriali da 4 milioni di euro, come spiega il primo cittadino, si continua: c’è la certezza che esista un’ulteriore stanza con degli affreschi già venuti alla luce. E la meraviglia, con nuove affascinanti scoperte.
Le immagini sono state realizzate nell’ambito del premio internazionale Comunicare l’Archeologia e l’Arte diretto da Laura Valente e andato quest’anno al direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, all’americana Karole P. B. Vail direttrice della collezione Peggy Guggenheim a Venezia, al mecenate svizzero Urs Rechsteiner (Fondazione FUR) e ad askanews.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio Linda Verzani
Immagini askanews