Roma, 9 set. (askanews) – Focus sulle nuove frontiere della genetica delle piante coltivate della 67esima edizione del Congresso annuale della Società italiana di Genetica Agraria (Siga), che si terrà dal 10 al 13 settembre all’Università di Bologna. L’appuntamento, intitolato Expanding frontiers for crop genetics, è organizzato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Alma Mater, insieme al Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture industriali del CREA.
Ad aprire i lavori saranno Silvio Salvi, coordinatore e docente del nuovo Corso di laurea magistrale in Biotecnologie agrarie vegetali dell’Alma Mater, oltre che presidente della Siga, e organizzatore del congresso, insieme a Roberto Tuberosa, docente di Biotecnologie Genetiche Vegetali. Con loro ci sarà anche Nicola Pecchioni, Direttore del CREA – Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture industriali, e Maurizio Martina, ex ministro dell’Agricoltura ed ora vicepresidente della Fao.
Nel corso dell’evento si parlerà dalle applicazioni delle varie tecniche genomiche per la selezione di nuove piante allo studio dei meccanismi genetico-molecolari coinvolti nello sviluppo del frutto e del seme, della qualità nutrizionale, della difesa dai parassiti, della reazione della pianta agli stress ambientali.
In programma c’è anche una sessione dedicata all’interazione tra ricerca pubblica ed aziende, mentre alla discussione su come presentare al pubblico ed al consumatore gli avanzamenti della ricerca nel campo della genetica agraria sarà dedicata una tavola rotonda con rappresentanti dell’intera filiera di produzione agraria e con la partecipazione del senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare al Senato.
“Grazie alla presenza di esperti nazionali ed internazionali, faremo anche il punto sulle nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale alla genetica agraria, al miglioramento genetico e allo studio della biodiversità: saranno discusse le sfide ed opportunità legate agli impatti che queste innovazioni avranno nella società civile”, spiega in una nota il direttore del CREA Cerealicoltura e Colture industriali Nicola Pecchioni.