Verona, 18 ott. (askanews) – Giulio Paolini è uno di quegli artisti che ormai fanno scuola da soli, che sono diventati negli anni un mondo completo e spesso luminoso. Lo dimostra anche la mostra che, in occasione del progetto “Habitat” di ArtVerona, gli ha dedicato la Galleria d’Arte moderna della città veneta, intitolata “Et in Arcadia Ego”. Una grande sala che Paolini occupa con il suo linguaggio e la sua forma mentale, concentrandosi in particolare sul tema della mimesi. A curare l’esposizione, insieme al direttore di ArtVerona Stefano Raimondi, è stata Patrizia Nuzzo.
“Nel momento in cui si è detta la parola Habitat – ha detto la curatrice ad askanews – per me la scelta è andata subito su Giulio Paolini perché per antonomasia Paolini è l’artista che ha indagato in maniera profonda e autentica il concetto di spazio”.
Geometrie, prospettive, giochi di riflessioni, filosofia, musica: il mondo di Paolini si dispone come una costellazione intorno all’installazione centrale, senza dimenticare, in una prospettiva che resta convintamente illuminista, il tema della leggerezza e del gioco. E per la Gam la mostra è anche l’occasione per dare forma più visibile a un metodo. “Attraverso questa mostra – ha aggiunto Nuzzo – siamo riusciti a concretizzare quello che per noi come istituzione pubblica è il vero concetto di fare cultura, cioè realizzare qualcosa con un artista storico, e spostare la conoscenza di qualche passo più avanti”.
La mostra veronese, che segna anche il ritorno di Paolini alla Gam dopo oltre 20 anni, resta aperta al pubblico fino al 3 marzo 2024.