Roma, 12 lug. (askanews) – “Con una mozione della destra è stato istituito anche in Umbria quell’ambiguo ‘fondo vita nascente’ che tante polemiche ha suscitato anche in Piemonte. È chiaro infatti che questo fondo rischia di essere un grimaldello, come già proprio nella regione che lo ha inventato, per l’ingresso delle associazioni pro-vita nei consultori. Siamo di fronte ad una intollerabile ipocrisia: se il Consiglio Regionale dell’Umbria intendesse sostenere le donne che affrontano una gravidanza dovrebbe semplicemente investire maggiori risorse sui consultori pubblici e potenziare i servizi della Asl, assumendo un numero maggiore di ginecologi, psicologi, assistenti sociali e fornendo loro gli strumenti per assistere le donne anche dal punto di vista economico e lavorativo. Invece no. I consultori vengono dimenticati e di fatto smantellati”. Lo afferma Elisabetta Piccolotti, deputat dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“La destra – afferma- non sceglie la strada più semplice – prosegue la parlamentare rossoverde – ma inventa un fondo per fantomatici progetti senza nemmeno chiarire chi siano i destinatari di queste risorse economiche. Come mai? Basta farsi le giuste domande per arrivare vicini alle giuste risposte. La verità probabilmente è che stanno istituendo un fondo per finanziare associazioni anti-abortiste e politicamente orientate Associazioni che da tanti anni vogliono entrare nei consultori per rendere sempre più difficile il percorso dell’interruzione di gravidanza, colpevolizzando le donne – insiste la deputata umbra – e rendendo un calvario una libera scelta che è garantita dalle leggi italiane. I componenti di queste associazioni si sono resi protagonisti di forme di violenza psicologica nei confronti delle donne che hanno intenzione di praticare l’interruzione di gravidanza, come la proposta di imposizione dell’ascolto del battito del feto o del cimitero dei feti con il nominativo della donna impresso senza il proprio consenso. Il tutto con la scusa della natalità, come se questo problema non fosse causato dalla diffusione endemica del lavoro povero e precario”.
“Vogliono più nascite? Facciano una riforma del lavoro – conclude Piccolotti – tesa ad alzare tutele e salari. Non saranno certo le associazioni pro-vita nei consultori o qualche voucher bebè a risolvere i problemi della demografia: lo sanno bene anche a destra, ma fingono di non saperlo perché il loro obiettivo è sempre colpire l’idea che la gravidanza sia una scelta libera e consapevole consegnata alla volontà della donna”.