Roma, 18 mag. (askanews) – Sono 15 in totale i morti, 23 fiumi esondati, 280 frane, circa 13mila persone allontanate dalle loro case per sicurezza. In Emilia Romagna si contano le tragiche conseguenze delle inondazioni dopo l’intensa pioggia che si è abbattuta sulla regione. Nelle ultime ore altre sei persone vittime del maltempo nel ravennate portano a 15 il tragico bilancio totale dei morti in Emilia Romagna. Si tratta di una coppia di coniugi trovata senza vita stamane nel
loro appartamento a Russi (Ravenna) e altre quattro persone, sempre nel Ravennate. I carabinieri stanno facendo accertamenti sulla dinamica dei decessi. E l’allerta resta rossa, le scuole rimangono chiuse così come le attività. Forlì, Cesena e Ravenna sono le zone più colpite, “Abito qui dal 79 ne ho viste passare di piene, così non l’ho mai vista”, dice un abitante di Cesena. “Una tragedia che si può paragonare al terremoto che ha colpito l’Emilia undici anni fa”, ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini mentre il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che sarà dichiarato lo stato di calamità.
Ha smesso di piovere per diverse ore, ma resta ancora l’allerta rossa, mentre proseguono le evacuazioni e le scuole restano chiuse. In molte zone il livello dei fiumi ha iniziato leggermente a calare. L’allerta è ancora rossa su tutta la Romagna, nell’area metropolitana di Bologna e in gran parte delle zone collinari e montane tra Reggio Emilia e Modena. Si teme ancora per l’ingrossamento dei fiumi e per le frane – se ne contano circa 300 – che stanno provocando danni alle strade secondarie. In due giorni sono state evacuate circa 13mila persone e si contano nove vittime per l’esondazione di tutti i fiumi che bagnano oltre 40 comuni della regione a causa delle persistenti piogge delle ultime ore.
Le scuole resteranno chiuse anche oggi così come la maggior parte delle attività produttive. Nella notte i sindaci di Forlì, Cesena e Ravenna – le zone più colpite dall’alluvione – hanno continuato ad aggiornare la popolazione e a chiedere di abbandonare le abitazioni ai piani terra. “La nostra priorità adesso è salvare le vite, poi avremo tempo per la conta dei danni. E’ una tragedia che si può paragonare al terremoto che ha colpito l’Emilia undici anni fa”, ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in contatto costante con la Protezione civile. Il maltempo ha messo a dura prova il traffico veicolare e ferroviario in Emilia-Romagna e nelle Marche. Oltre alle provinciali, sono stati chiusi per allagamenti e smottamenti alcuni tratti della A14 e interdette le uscite tra Forlì, Cesena, Faenza, Ravenna, Lugo, ma Autostrade per l’Italia ha garantito progressivamente le riaperture. Anche sulla A1, si attenuano i disagi e le code dopo lo smottamento dovuto alle forti piogge, nel tratto compreso tra Sasso Marconi nord e il bivio con la A1 Direttissima in direzione Firenze, dove la task force di Autostrade per l’Italia ha terminato le attività di messa in sicurezza.
Proseguono anche oggi la riduzione del numero di corse, le deviazioni e i rallentamenti per i treni Alta Velocità, Intercity e regionali che percorrono le linee fra Firenze e Bologna. Rallentamenti e cancellazioni si ripercuoteranno su tutta la circolazione lungo la dorsale nord-sud, sull’asse Milano-Roma e Venezia-Roma. Riaperta la maggior parte dei tratti autostradali chiusi ieri per allagamenti, bloccato il transito tra Cesena nord e Faenza in direzione Bologna. Sorvegliati speciali sono i ponti in tutte le province emiliano-romagnole per l’attesa della piena dei fiumi prevista nelle prossime ore.
“C’è il più assoluto impegno da parte del governo a stare a fianco delle realtà” emiliano-romagnole colpite dall’alluvione degli ultimi giorni e “cercare, passo per passo, le soluzioni più opportune, più giuste e più compatibili. La domanda non è quanto si stanzia, che avverrà successivamente, ma prima di tutto cosa bisogna fare”, lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, annunciando che il governo farà richiesta a Bruxelles per “attivare la richiesta per il fondo di solidarietà europeo”. “Siamo nella Pianura padana, la più grande area d’Europa con problemi di aria, che una sfida che abbiamo tutti, un’area che ha problemi di polveri sottili e pm10 e che deve impegnarci e che incide per un milionesimo rispetto al riscaldamento terrestre” ha spiegato Pichetto Fratin durante la conferenza stampa nella sede della Protezione civile a Bologna con il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Protezione civile Irene Priolo. “La mia presenza è per dire che il governo è impegnato. C’è un tema di solidarietà complessiva – ha aggiunto – che impegnerà il governo italiano con i rappresentati a Bruxelles ad attivare la richiesta per il fondo di solidarietà europeo” visto che siamo in presenza di “un evento che ha tutte le condizioni per vedere questo tipo di azione”. Poi, superata la prima emergenza, “nella ripresa della vita dovremo porci i problemi della dimensione degli interventi da farsi valutando concretamente, bisogna trovare i punti di intervento di convivenza fra uomo e natura, tenendo conto che questi fenomeni rischiamo di averli sempre più frequenti a livello nazionale”. “Questo è un territorio che ha il più alto rischio idrogeologico a livello nazionale, più del doppio del mio Piemonte – ha aggiunto il ministro -. Per una caratteristica idrogeografica del sistema. Si è verificato qualcosa che non è usuale, il Mar Adriatico ha fatto da muro al deflusso delle acque. Una serie di concomitanze tutte in negativo che hanno portato a questa situazione”.
“In queste ore sono in corso interlocuzioni con i ministri per i primi adempimenti, per le sospensioni mutui, gli adempimenti fiscali. Ieri abbiamo incontrato i sindacati e le associazioni di categoria e i rappresentanti delle banche. Oggi arriveremo a scrivere un documento unitario con le parti sociali da trasmettere al governo per fare le cose tutti insieme e cercare il massimo di unità possibile. Avremo bisogno di provvedimenti urgenti e straordinari”, ha spiegato il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, durante la conferenza stampa nella sede della Protezione civile a Bologna con il ministro Pichetto Fratin. “Abbiamo bisogno quotidianamente di capire come rispondere ai primi interventi – ha aggiunto Bonaccini – come pianificare una mole di lavori che durerà tempo e che dovrà essere accompagnata da una rigida, severa, ma importante programmazione comune. Dovremo fare opere che aiutino nella prevenzione e non solo nell’emergenza. Noi siamo pronti assieme a tutto il sistema delle amministrazioni locali”.
“Ci troviamo di fronte ad un altro terremoto per vastità di danni e quantità di territorio e popolazione colpita, dobbiamo avere fiducia e forza di reazione, quella esperienza ci ha detto che ce la si può fare noi: ricostruiremo tutto io non ho dubbi”, ha aggiunto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, ricordando l’anniversario del terremoto del 20 maggio 2012. E – ha concluso amaro – “l’unica cosa impossibile da recuperare è la vita delle persone”, aggiungendo le condoglianze alle famiglie delle nove vittime da parte della Regione.
Ma le prime stime dei danni sono da capogiro. Per i danni causati il 2 e 3 maggio a Ravenna “abbiamo calcolato un miliardo di danni”, quindi “immaginate a quanti miliardi possano ammontare i danni” per l’alluvione di queste ore in Emilia-Romagna – ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, aggiungendo: “Adesso dobbiamo cercare di mettere in campo tutti gli strumenti che servono per reagire e ripartire. Ringrazio il governo che ha stanziato altri 20 milioni oltre ai 10 milioni della scorsa settimana sulle spese di somma urgenza. E’ una goccia in mezzo al
mare perché abbiamo già speso 30 milioni in 15 giorni. Ma è una fatto importante: non sempre in passato è accaduto che si arrivasse con rapidità di mettere a disposizione le prime somme che sono utili e necessarie”. “Due settimane fa – ha aggiunto – avevamo stimato quasi un miliardo di euro di danni, figuratevi quanto cresceranno. Adesso la priorità è riuscire a mettere in sicurezza fino all’ultima persona. Sarà un lavoro gigantesco, ma adesso le persone vanno prima di tutto”.
loro appartamento a Russi (Ravenna) e altre quattro persone, sempre nel Ravennate. I carabinieri stanno facendo accertamenti sulla dinamica dei decessi.
mare perché abbiamo già speso 30 milioni in 15 giorni. Ma è una fatto importante: non sempre in passato è accaduto che si arrivasse con rapidità di mettere a disposizione le prime somme che sono utili e necessarie”. “Due settimane fa – ha aggiunto – avevamo stimato quasi un miliardo di euro di danni, figuratevi quanto cresceranno. Adesso la priorità è riuscire a mettere in sicurezza fino all’ultima persona. Sarà un lavoro gigantesco, ma adesso le persone vanno prima di tutto”.