Milano, 28 apr. (askanews) – Davanti alle rappresentanze diplomatiche egiziane in Italia, a Roma ed a Milano, si è svolto un sit-in per chiedere che vengano notificate le accuse ai torturatori egiziani di Giulio Regeni così da consntire il regoalere svolgimento del processo a loro carico. L’iniziativa ha avuto il sostegno del Festival dei Diritti Umani, della Fondazione Diritti Umani con l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, la Fondazione Roberto Franceschi, Articolo 21 e Aidi – Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia. Nel corso del sit-it sono stati resi noti i nomi dei quattro alti ufficiali egiziani accusati per la morte di Giulio Regeni, ed è stato letto il testo di una lettera scritta dai genitori di Giulio.
Questo il testo della lettera inviata dai genitori di Giuilo Regeni.
“Buongiorno, ringraziamo tutte le associazioni e le singole persone che oggi, davanti all’Ambasciata d’Egitto a Roma e davanti al Consolato egiziano a Milano, hanno deciso da che parte stare.
Sono ormai più di 7 lunghi e dolorosi anni che noi assieme alla scorta mediatica ed al popolo giallo chiediamo verità e giustizia processuale per il barbaro omicidio di Giulio Regeni.
È tempo che l’Egitto dopo innumerevoli vane promesse collabori con il nostro Governo, ed è tempo che il nostro Governo pretenda senza se e senza ma che i 4 imputati per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio compaiano alla prossima udienza il 31 maggio!
Per questo è importante scandire i loro nomi, perché la notizia del processo a loro carico li raggiunga ovunque si trovino e perché non possano più far finta di non sapere. Laddove non possono arrivare gli ufficiali giudiziari notificando ai quattro imputati l’invito a comparire, arriverà’ l’eco della nostra scorta mediatica, che siete tutti voi.
Questo processo si deve fare e si deve fare in Italia, perché non è accettabile che chi tortura e uccide pagato da un regime che il nostro Paese ritiene “amico”, possa abusare del nostro sistema di diritto e godere dell’impunità’. È una battaglia di dignità che riguarda tutti noi.Grazie di cuore a tutti voi!
Famiglia Regeni con Alessandra Ballerini”.
Danilo De Biasio, direttore Festival dei Diritti Umani che ha letto il testo della lettera davanti alla rappresentanza diplomatica egiziana a Milano ha poi aggiunto: “Noi non siamo giudici, noi facciamo i giornalisti, facciamo il festival dei diritti umani. Ed è per questo che è un dovere essere qui oggi, davanti al consolato egiziano per dire che i nomi dei quattro agenti che hanno torturato e ucciso Giulio regeni devono rispondere alla giustizia italiana e non fare come ora, che fingono addirittura di non essere indagati. È una vergogna a cui bisogna mettere la parola fine”.