Milano, 26 apr. (askanews) – Metti la pianta diventata il simbolo della lotta ai cambiamenti climatici e l’ultima frontiera dell’innovazione tecnologica, quella su cui si sfidano oggi i giganti del tech. Insieme questi due “elementi”, gli alberi di Paulownia e l’intelligenza artificiale, si sono rivelati un mix vincente per restituire alla natura quello che fino a due anni fa era un terreno brullo e incolto, rigenerando il suolo e migliorando la qualità dell’aria.
Siamo alle porte di Roma, a Nerola, dove R1 Lease, società dedicata alle soluzioni di noleggio operativo di R1 Group e la start up innovativa 17tons, hanno scelto di avviare nel 2021 un progetto pilota dal nome evocativo, 19milakg, che è l’obiettivo finale di assorbimento della Co2. Grazie a questa iniziativa sono state messe a dimora 200 piante di Paulownia presso il Santuario Capra Libera Tutti di Nerola, un ettaro di terreno in passato destinato ad allevamenti intensivi di bestiame. Si tratta di alberi “mangia-smog”, tra quelli che più assorbono CO2 oltre a essere un ibrido non infestante che salvaguarda la biodiversità: la sua fioritura, infatti, è fonte di nettare per le api, e favorisce quindi la biodiversità e la salute degli insetti impollinatori. Non solo, la pianta ha funzione frangivento, grazie alla sua chioma e capacità fito-depurative.
Fin qui la natura. A fare il resto, poi, è l’AI. Ognuna di queste piante, infatti, vive anche come Avatar sulla piattaforma di 17tons, che nel tempo ne costruisce l’identità digitale monitorando crescita, stato di salute, condizioni ambientali, alert su eventi estremi che potrebbero danneggiare gli alberi, stima degli impatti ambientali (sequestro di CO2), tokenizzazione degli asset. Grazie a un modello di Artificial Intelligence, riesce a mappare le variabili di valore ecologico ed economico di ogni albero, raccogliere i dati sugli alberi provenienti dal campo, li correla alle analisi satellitari e notarizza su Blockchain il valore del token di ogni pianta.
Il risultato è che a due anni dalla messa a dimora, non solo le piante hanno già assorbito oltre tre tonnellate di CO2, pari a un volo Roma-Tokio andata e ritorno, ma hanno migliorato la qualità del suolo. L’indice Ndvi dell’area (Normalized difference vegetation index, che misura in una scala da -1 a 1 la salute delle piante e la copertura vegetale tramite l’analisi di immagini satellitari), infatti, è passato da -1 a +0,7. Perchè la natura è misurabile e va misurata per stimare l’impatto delle nostre azioni su di essa e valorizzarne il suo apporto.
“Noi favoriamo e acceleriamo la transizione delle aziende al rinnovo tecnologico di beni IT e al monitoraggio grazie al sistema di AI e a sensori IOT del footprint delle aziende coinvolte – ha spiegato Alessia Monteleone, Ceo R1 Lease – con la possibilità di compensare ed arrivare a compensazione 0 dei building per un mondo che voglia contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”. “L’obiettivo di questo progetto e delle nostre azioni è accompagnare le aziende nella mitigazione dei loro impatti climatici ed ambientali – ha aggiunto Susanna Di Vincenzo, co- founder & Ceo di 17tons – usando la tecnologia e grazie a una strategia di sostenibilità a lungo termine”