Roma, 13 apr. (askanews) – Parole d’ordine: semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione. Un buon lavoro, il nuovo Codice dei contratti pubblici, che riorganizza sistematicamente la materia, abbandona le linee guida Anac, estende la digitalizzazione all’intero ciclo di vita dell’appalto, tanto che il BIM diventa una realtà consolidata nella normale amministrazione di un appalto pubblico. Si tratta di un vero e proprio “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale”, grazie al quale per fare una gara si risparmieranno dai sei mesi a un anno.
Ne è convinto Fabrizio Capaccioli, AD di Asacert e vicepresidente del Green Building Council Italia, secondo cui “in un sol colpo si mettono a segno tre obiettivi: semplificazione, speditezza e trasparenza. Grazie, infatti, alla riduzione dei livelli della progettazione da tre a due: PFTE (progetto fattibilità tecnica economica) e PE (progetto esecutivo), si rende ancora più fluido l’iter di progettazione, a beneficio dei tempi globali di finalizzazione dell’opera”. Buone le sensazioni di Capaccioli anche sul campo dei controlli, di cui Asacert è leader nel mercato. “Rivive inoltre l’appalto integrato con obbligo di verifica per la validazione: il contratto potrà, dunque, avere come oggetto la progettazione esecutiva, sempre validata da soggetto terzo, e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica”.
Per quanto concerne la verifica e la validazione del progetto nel suo complesso -secondo l’AD -, viene ulteriormente rafforzata come strumento di garanzia per la Pubblica Amministrazione che potrà dotarsi di tale strumento attraverso il supporto degli Enti di Ispezione accreditati ISO/IEC 17020. Infine, non meno rilevante, è l’inserimento tra i criteri premiali di valutazione dell’offerta il “valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale”. “Tutti princìpi di buon senso, che andranno a rafforzare un settore che con tutte le attività collegate pesa per il 22% sul PIL, attivando una filiera riconducibile a quasi il 90% dei settori economici. È bene ricordare che, tra gli obiettivi che l’Europa ci impone, vi è la completa decarbonizzazione del settore civile entro il 2050. A questo scopo il PNRR introduce specifici programmi per intervenire sugli edifici pubblici, in particolare scuole e cittadelle giudiziarie e questo nuovo Codice degli Appalti non rappresenterà un intralcio alla speditezza delle operazioni”, conclude Capaccioli.