La salute della bocca dei boomers, più longevi con i propri denti – askanews.it

La salute della bocca dei boomers, più longevi con i propri denti

Apr 12, 2023
Roma, 12 apr. – Quella dei baby boomers è una generazione più longeva dei propri genitori e fattori mondiali come pace e benessere diffuso hanno fatto si che la vita media si allungasse di circa 20 in pochi decenni. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Special Care in Dentistry (2023;1–6) ha esaminato i comportamenti delle due principali coorti di boomers americani (quelli nati dal 1945 al 1954 e quelli dal 1955 al 1964) analizzando i determinanti sociali che hanno portato ad una maggiore conservazione del numero dei denti anche in età avanzata. A cosa dobbiamo questo vantaggio? Le risposte sono attribuibili a contesti economici e sociali oltre che individuali: i boomer sono più istruiti di qualsiasi coorte precedente: il 25% è andato al college, che ha dato loro maggiori opportunità di lavoro in posizione meglio pagate. La ricerca è stata presentata durante il corso per la stampa La salute parte dall’igiene orale – conoscere per informare, organizzato dall’Osservatorio MOHRE con Expo RDH, l’evento dedicato all’aggiornamento degli igienisti dentali e in collaborazione con EACI.

“Quella con gli igienisti è una partnership fondamentale se vogliamo parlare davvero di prevenzione e riduzione del rischio di malattie” sottolinea Johann Rossi Mason, Direttore dell’Osservatorio MOHRE “sono proprio questi professionisti i deputati a dare le corrette informazioni sull’igiene dentale quotidiana che rappresenta un elemento fondamentale nella prevenzione di carie e parodontiti, due fenomeni che, se non trattati, determinano effetti a catena”.

“La bocca è un ecosistema molto raffinato, basti pensare che vi vivono migliaia di microrganismi, alcuni benefici e altri patogeni, il cui equilibrio è fondamentale” racconta Alice Alberta Cittone, Dottoressa in Igiene Dentale e responsabile di Expo RDH “tanto per fare due esempi: quando siamo raffreddati e respiriamo con la bocca il cavo orale e le mucose tendono ad asciugarsi e la saliva esegue il suo compito di ‘fare le pulizie’ meno efficacemente. Bisogna quindi bere di più e lavare i denti più spesso, perché l’ambiente più secco facilita l’adesione più salda della placca sui denti. Questo vale ancora di più nella popolazione adulta e anziana”.

Negli anziani in particolare la mancanza dei denti non è solo un problema estetico ma molto più importante: edentulia, la perdita di osso di sostegno o situazioni compromesse dei denti portano a dolore, disagio e problemi di masticazione. Questo porta ad una alimentazione scorretta, ad esempio con uno scarso apporto di proteine (che necessitano di una masticazione più energica), conseguenti carenze nutritive con perdita di massa muscolare e forza, la cosiddetta sarcopenia. Con il risultato finale di una maggiore fragilità e difficoltà di recupero in caso di malattia, oltre, ricordiamolo al rischio di cadute.

In Italia l’edentulismo totale raggiunge il 60% tra gli anziani ultraottantenni ed è più diffuso tra i soggetti di bassa estrazione sociale (29,4%). In particolare tra i 45 e i 64 anni, la percentuale di chi non ha nessun dente naturale è massima tra chi ha conseguito la licenza elementare (11,8%), contro il 6% di chi ha il titolo di media inferiore. “Questi dati (Istat) ci raccontano che un basso livello di istruzione influisce sia probabilmente sul livello di cultura dell’igiene che sulla possibilità di accedere a regolari sessioni di igiene professionale” sottolinea Rossi Mason. Coerentemente con la teoria dei determinanti sociali di salute i soggetti con problemi di salute orale sono quelli con redditi insufficienti, gli immigrati, le persone poco istruite e quelle che vivono in aree di degrado urbano o aree rurali isolate. Sperimentano un maggiore stress per la sopravvivenza e considerano una carie o la perdita di un dente un problema ‘trascurabile’ rispetto alle sfide che affrontano quotidianamente.

“Quando i denti cadono la mandria è già fuggita” sostiene la dottoressa Cittone “abbiamo già perso una battaglia importante e dobbiamo rinegoziare le regole. Innanzitutto il dente mancante deve essere ripristinato per evitare un ‘effetto domino’ di tutti gli altri, poi è necessario fare educazione e prevenzione per evitare che anche gli altri facciano la stessa fine. Il rischio è compromettere masticazione, digestione e parola. In questo quadro l’igienista è un consulente che può supportare l’educazione con pazienza cercando di aiutare il paziente a collaborare e seguire le indicazioni e soprattutto i controlli”.

I baby boomer sono stati la prima generazione a beneficiare dei progressi della medicina preventiva e dell’odontoiatria, che include una dieta sana, esercizi di routine e l’uso di acqua fluorurata e dentifrici.  Gli spot televisivi sui dentifrici negli anni ’50 furono i primi a consigliare di lavarsi i denti due volte al giorno ed effettuare visite regolari dal dentista. Queste pubblicità hanno fortemente influenzato l’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’igiene orale.

E, aggiungiamo noi, le fondamenta della salute dentale si gettano nell’infanzia: una persona che non utilizza i servizi di igiene orale quando è giovane, è improbabile che cambi il proprio comportamento con l’avanzare dell’età. In presenza di problemi, le cure possono diventare più costose, complesse e dolorose, portando le persone a scegliere di rimandare il problema.