Milano (askanews) – Un universo “da scartare” nello spazio bianco, limitato eppure teso verso l’infinito, di The Open Box, il garage di Via Pergolesi a Milano divenuto una spazio d’arte sostanzialmente unico. Gaspare Luigi Marcone, il curatore più sfuggente, presenta “Sostanza Incerta”, mostra di Gianni Caravaggio, che espone un lavoro concepito autonomamente, ma che subito l’artista ha intuito essere ideale per il Box, “per dimensione e atmosfera”.
“Una massa gravitazionale estrema – ci ha detto Caravaggio descrivendo l’opera – che è posata lì, sia appunto come un qualcosa di estremamente greve, sia anche un po’ quasi paradossalmente come un pacco regalo che è già stato in parte scartato per vedere al suo interno”.
All’esterno infatti si vede un cielo stellato, un giovane universo fotografato dal telescopio Hubble. All’interno invece si può intuire un blocco di marmo nero, del peso di 350 kg, che in sostanza può anche rappresentare l’oscurità delle profondità spaziali, ma pure della conoscenza.
“Sostanza incerta – ha aggiunto l’artista – è proprio questa ambiguità tra un’apparenza della promessa del contenitore e la scoperta del suo contenuto, a diventare non dico la stessa cosa, ma a oscillare nella loro familiarità e nella loro percezione di valore”.
The Open Box è uno spazio vuoto, ma non nichilista, che in questo caso offre cittadinanza a un capitolo dell’eterno dibattito tra apparenza ed essenza, oltre che a una dimostrazione di quella che Gianni Caravaggio definisce “scultura potenziale”.
“La sua esistenza – ha concluso lo scultore – è uno stimolo per l’immaginazione, per cui, in diciamo, è potenziale per trovare il suo senso nel compimento immaginativo di chi guarda”.
La mostra “Sostanza incerta” resta aperta, su appuntamento, fino al 28 febbraio.