Roma, 11 set. (askanews) – Il glaucoma infantile, che può presentarsi alla nascita o nei primi anni del bambino, causando danni irreversibili alla vista, è considerato una patologia rara: può colpire 1 neonato su 30.000. In alcuni casi è diagnosticato direttamente dal pediatra, ma generalmente sono i genitori per primi a percepire alcuni sintomi. “Lacrimazione, fotofobia (intolleranza alla luce diretta) e blefarospasmo (chiusura serrata delle palpebre legata al dolore oculare) sono i primi segni di una possibile glaucoma” afferma Luciano Quaranta, direttore delle Clinica oculistica Universitaria- ospedale San Matteo di Pavia, “è necessario che il pediatra o l’oculista invii immediatamente il bambino dallo specialista. Nel glaucoma pediatrico la tempestività della cura è correlata alla prognosi. Nei casi più eclatanti, come quello della cornea e bulbo di grandi dimensioni (cosiddetto buftalmo), la diagnosi è relativamente semplice, tuttavia – precisa l’esperto – c’è ancora un ritardo diagnostico legato a segni più sfumati nelle forme a insorgenza non contale ma dopo i 30/40 giorni di vita”.
E sottolinea che, vista la complessità della malattia, il trattamento piò essere eseguito in maniera efficace solo in centri ad altissima specialità.