“Uno squarcio nel cuore di Genova, la ferita è profonda”

Il cardinal Bagnasco officia i funerali di Stato delle vittime del crollo

AGO 18, 2018 -

Roma, 18 ago. (askanews) – “Il crollo del ponte Morandi sul torrente Polcevera ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova”. Ha esordito così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nell’omelia che ha pronunciato alle esequie delle vittime del crollo del Ponte Morandi. “La ferità è profonda, è fatta innanzitutto dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, per i loro familiari, i feriti, i molti sfollati”.

“Il viadotto è crollato: esso, com’è noto, non era solo un pezzo importante di autostrada, ma una via necessaria per la vita quotidiana di molti, un’arteria essenziale, ha proseguito Bagnasco. “Genova però non si arrende”, ha aggiunto. “Come altre volte noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore il meglio, sapremo spremere quanto di buono e generoso vive in noi e che spesso resta riservato, quasi nascosto, schivo”, ha detto Bagnasco suscitando gli applausi dei presenti.

Genova si è fermata per l’estremo saluto alle vittime del crollo del viadotto Morandi, venuto giù il 14 1gosto poco prima di mezzogiorno. Un lungo applauso ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, insieme alle più alte cariche dello Stato, partecipa alle esequie officiate dal cardinale Bagnasco. Applausi anche per la rappresentanza dei vigili del fuoco che hanno partecipato ai soccorsi. Presenti anche i vertici delle Autostrade, a cominciare dall’ad Giovanni Castellucci. Si temono proteste.

Sono soltanto 19 le vittime per le quali si celebreranno i funerali solenni: i famigliari di altre 20 vittime hanno deciso di celebrare i funerali nei rispettivi paesi di origine. Tra di esse i quattro ragazzi di Torre del Greco. Le esequie sono state celebrate ieri nella città campana dall’arcivescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe. “Non si può e non si deve morire per negligenza, irresponsabilità e burocratismo. Loro sono testimonianza viva della violenza consumata dalla mano dell’uomo che porta morte”, ha detto il porporato nell’omelia.

“Abbiamo voluto i funerali solenni, decisi nel consiglio dei ministri, perché pensiamo che sia il minimo atto di vicinanza alle vittime, ma non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza, anche in dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti”, ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio.

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