Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account – askanews.it

Rider e caporalato digitale, i carabinieri scoprono 92 cessioni illecite di account

Controlli dei militari dell’Arma in tutta Italia
Mar 25, 2023

Roma, 25 mar. (askanews) – ‘Abbiamo effettuato controlli in tutta Italia per tutelare i lavoratori rider dalle nuove forme di sfruttamento note come ‘caporalato digitale realizzato attraverso cessioni di account per accedere alle piattaforme di food delivery dietro la corresponsione al titolare dell’account di una quota percentuale del guadagno giornaliero del lavoratore che effettua materialmente la consegna. Lo afferma il generale Antonio Bandiera, comandante del gruppo carabinieri per la tutela del lavoro, nel presentare l’operazione che ha coinvolto nelle ultime ore i militari di 101 nuclei ispettorato del lavoro, 5 nuclei operativi e tutti i comandi provinciali lungo la Penisola. ‘E’ stata così verificata la presenza – aggiunge – del ‘caporaleto digitale’ ‘sull’intero territorio nazionale, concentrato soprattutto nel centro nord Italia. Il sistema riguarda in modo esclusivo lavoratori stranieri. Bandiera sottolinea poi: ‘E’ emerso che l’11 per cento dei raider stranieri lavora in cessione di account’. L’attività degli investigatori dell’Arma rappresenta – si spiega – l’evoluzione delle verifiche avviate a cura del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano insieme alla Polizia Locale del capoluogo nel settembre del 2019, dopo il coinvolgimento di alcuni ciclofattorini in incidenti stradali nella città di Milano anche mortali. Gli accertamenti sono stati fatti in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano – VI dipartimento Salute, Ambiente e Lavoro – e si sono concentrati nell’esecuzione di controlli a campione su strada dei cosiddetti rider. In questo sono state acquisite informazioni sull’orario di lavoro, modalità di retribuzione, mezzi utilizzati, condizioni d’igiene e sicurezza ed altro, stante la mancanza di qualsivoglia tutela – si aggiunge – e alla non riconosciuta riconducibilità dell’incidente ad ‘infortunio sul lavoro’. I carabinieri hanno accertato che al termine di complesse attività di valutazione e di riscontro con le stesse piattaforme sui coefficienti di rischio in ambito urbano in relazione alle attività prestate dai ciclofattorini sono state impartite idonee prescrizioni per poter estendere le garanzie da lavoro dipendente alla categoria di lavoratori riconosciuta di fatto eterodiretta di tipo parasubordinato.

Tale attività ha permesso – si ricorda – di applicare la vigilanza sanitaria ad oltre 60mila rider oggetto di accertamento. L’adempimento totale delle prescrizioni da parte delle citate piattaforme comportava l’archiviazione del procedimento penale nel marzo 2022. Nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022 finalizzati a verificare l’effettivo e perdurante rispetto da parte delle piattaforme degli obblighi a loro imposti dalla legge è emersa l’esistenza di nuove forme di ‘caporalato digitale’ attraverso l’illecita cessione di account.

Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno ‘fisiologico’ dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) ‘prestava’ volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la/le piattaforma/e. Con l’avvento del periodo pandemico, la prolungata chiusura degli esercizi commerciali e le restrizioni adottate per limitare la capacità di movimento delle persone per contenere la diffusione del Covid-19, si è registrata una crescita esponenziale da parte della popolazione dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24/7.

Le piattaforme di App Delivery hanno quindi proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider. In questo nuovo ed atipico scenario lavorativo, il Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano ha accertato l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera.

Gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente effettua la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale. In sintesi, si verifica che gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle citate società di Food Delivery , verosimilmente gestiti dal ‘caporale’, vengano ceduti ad altra persona (rider) che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo. Anche i mezzi utilizzati dai rider portano una serie di problemi. Per mancanza di assicurazione, casco, targa, ed altro. Si pensi, ad esempio, all’utilizzo di un velocipede a pedalata assistita. L’operazione di controllo dei carabinieri avviata nelle ultime ore nasce proprio dall’esperienza maturata nelle attività svolte a Milano e che sono stati diffuse su tutta Italia dagli inquirenti. Lo scopo è quello di contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo attraverso le cessioni di account nonché per assicurare il rispetto della normativa prevenzionistica relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro -anche alla luce delle prescrizioni già impartite- nonché nell’ambito di realtà societarie fino ad ora non interessate dalle procedure di accertamento soprariportate.

Nel corso dei controlli i carabinieri hanno individuato su ‘strada’ 225 Hot Spot in tutto il Paese. Dove i rider si ritrovano in attesa di ricevere gli ordini). Censiti 1609 ciclofattorini. Verificata la presenza del fenomeno della cessione di account in modo trasversale sull’intero territorio nazionale, concentrato soprattutto nel centro-nord Italia con le dinamiche già evidenziate a Milano, in quanto su 823 lavoratori stranieri controllati, 92 di questi sono risultati in cessione di account per una percentuale pari all’11,2 per cento.

Inoltre sono state accertare 23 prestazioni lavorative fornite da persone irregolari rispetto alle norme di soggiorno sul territorio nazionale. Sono state avviate le verifiche su oltre 1500 rider circa l’effettivo assoggettamento dei lavoratori a tutti gli obblighi in materia di sicurezza ed igiene ai sensi delle norme prevenzionistiche in materia. E’ stato controllato anche un minore che lavorava in cessione di account che è stato riaffidato al proprio genitore.

Si è inoltre proceduto al sequestro/fermo amministrativo di 22 mezzi non idonei alla circolazione stradale in quanto non conformi alla normativa di settore e pericolosi per la salute e l’integrità fisica del rider o di utenti della strada. In molti casi i velocipedi sono stati modificati in maniera artigianale con applicazione di batterie elettriche posticce al fine di aumentarne sensibilmente le prestazioni.

In relazione alle riscontrate 92 cessioni di account, all’esito delle verifiche, saranno interessate le 36 Procure della Repubblica competenti per l’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (Caporalato). Al termine delle attività, con la collaborazione delle maggiori società di food delivery interessate, gli account in cessione o a qualsiasi titolo utilizzati in modo fraudolento sono stati di fatto eliminati per impedire la prosecuzione delle condotte illecite. Inoltre, le stesse società hanno di recente implementato i controlli interrompendo il rapporto lavorativo nel caso emergano situazioni di irregolarità.

Nell’operazione sono stati impiegati complessivamente 845 carabinieri di cui 465 del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, 380 militari dell’Arma territoriale e N. 137 agenti delle Polizie Locali. Gli elementi raccolti, particolarmente significativi, potranno essere utili allo sviluppo di attività investigative di contrasto sull’intero territorio nazionale allo sfruttamento lavorativo dei rider e a garantirne le migliori condizioni operative e di sicurezza sul lavoro.